La percezione del cambiamento climatico e della sostenibilità fra gli adolescenti e gli studenti universitari. Un approccio geografico culturale - Gaetano Sabato
Uno degli ambiti di studio oggi più ricchi di implicazioni per le scienze sociali e, in particolare, per la geografia umana e culturale è la percezione dell’incertezza associata a pericoli o a situazioni emergenziali. Il “come” percepiamo questi ultimi ha un impatto diretto sulla nostra risposta (collettiva e ancora prima individuale) a tali eventi che si traduce in programmi e strategie d’azione dall’efficacia variabile. Tali modalità, inoltre, in termini culturali comprendono vari sistemi di rappresentazione (ad es. narrazioni pubbliche e private) e universi valoriali (ad es. priorità e relazioni). Fra i contesti più urgenti si può senz’altro annoverare l’attuale crisi ambientale globale, nonché una delle sue manifestazioni più evidenti e controverse, il cambiamento climatico. Per la natura stessa dell’attuale emergenza, è particolarmente pregnante studiare la percezione (e, dunque, il sistema di rappresentazioni) del cambiamento climatico fra le giovani generazioni, presumibilmente più esposte agli effetti diretti o indiretti dell’attuale crisi. Sulla base di queste premesse, a partire dal 2019, ho condotto una ricerca (ancora in corso) che, utilizzando la prospettiva della geografia culturale, si è concentrata su due aspetti concomitanti: la percezione del cambiamento climatico fra gli adolescenti, studenti della scuola secondaria di II grado e la percezione della nozione di sostenibilità fra gli studenti universitari di primo anno. I risultati sono stati pubblicati in tre lavori scientifici, due dedicati alla percezione del cambiamento climatico – di cui uno, scritto con un collega geografo, compara i dati raccolti in una scuola palermitana e in una catanzarese – e uno dedicato alla percezione del concetto di sostenibilità. Un quarto studio sulla percezione del cambiamento climatico da parte di un gruppo di studenti universitari è attualmente in preparazione.
Una delle implicazioni più interessanti che risulta dagli studi già pubblicati è la correlazione fra la consapevolezza delle emergenze in atto da parte di giovani fra 16 e 21 anni, l’informazione mediatica, le rappresentazioni individuali e collettive e l’insegnamento della geografia nel ciclo di formazione scolastica superiore (da vent’anni oggetto di un drastico ridimensionamento nelle classi terminali per direttive ministeriali) e nel ciclo universitario.
Questo seminario, nello spirito di un confronto diretto e dialogico, intende presentare a un pubblico interdisciplinare il disegno e gli esiti attuali della ricerca, condotta con metodi qualitativi (questionari a risposta aperta, interviste, metodo etnografico) per discuterne sia gli aspetti teorici, epistemologici e metodologici, sia le direzioni future che dovrebbe/potrebbe prendere in conto.