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RUBEN VERNAZZA

Prima di Toscanini: il direttore-organizzatore nel secondo Ottocento operistico italiano

Abstract

È noto che durante la sua prima esperienza ai vertici della Scala, Toscanini impresse una svolta artistica epocale all’istituzione milanese. Nel corso di sette stagioni comprese fra il 1898 e il 1908 il musicista coniugò alle mansioni di direttore d’orchestra quelle di direttore artistico: ciò gli permise di esercitare un potere ampissimo, che andava dalla scelta del repertorio e degli organici all’adozione di misure volte a riformulare le abitudini di fruizione dello spettacolo. Meno noto è il fatto che quella rivestita da Toscanini era una carica tutt’altro che inedita nel sistema produttivo dei teatri d’opera italiani. Attraverso l’analisi di fonti epistolari conservate nell’Archivio Storico Ricordi, l'articolo si propone di mostrare come importanti direttori attivi nel secondo Ottocento (Franco Faccio, Angelo Mariani, Emanuele Muzio, Carlo Pedrotti) svolgessero abitualmente fondamentali compiti di natura gestionale in seno alle istituzioni operistiche con le quali collaboravano. Così, invece che evento tanto rivoluzionario quanto estemporaneo, il lavoro di Toscanini alla Scala può essere considerato tappa fondamentale di un processo di lunga durata che portò alla stabilizzazione, in Italia, della moderna figura del direttore d’orchestra-direttore artistico.