I restauri bisognerebbe farli con un soffio : l’intervento di Pietro Lojacono per la conservazione del pavimento della chiesa di San Filippo Neri a Siracusa
- Autori: Scaduto, Rosario
- Anno di pubblicazione: 2023
- Tipologia: Articolo in rivista
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/632414
Abstract
La terra dove si ha coscienza di sé è fondamentale per ognuno di noi, infatti le persone, gli insegnanti, i luoghi, ci caratterizzano e ci segnano in maniera significativa. Pietro Lojacono (1900-1972) nasce e si forma a Palermo, e solo pochi anni dopo la laurea in Ingegneria, inizia ad operare prima nella Soprintendenza del “Bruzio e della Lucania” e poi in quella di Palermo, con la qualifica di “architetto”. A Palermo lavora con il soprintendente ai monumenti ing. F. Valenti. Quest’ultimo è indicato da Lojacono come «suo maestro», e in effetti fra di loro c’è uno stretto rapporto di frequentazione e collaborazione espressa, fra i tanti, negli impegnativi restauri della Cuba, Zisa e Cappella Palatina della città. Il metodo seguito è quello suggerito da G. Giovannoni, il quale ammette solo il restauro di consolidamento mediante l’inserimento di strutture di calcestruzzo di c.a., celate all’interno dell’antiche murature, escludendo i rifacimenti di parti modanate, perché non rientranti nella categoria dei restauri ammissibili. Lojacono, dal 1953 al ’63, è soprintendente per la Sicilia Orientale e in quella veste si occupa della tutela e del restauro del vasto patrimonio del territorio di competenza. Il saggio indaga il restauro, progettato e diretto, nel 1962, da Lojacono, del pavimento, realizzato con pietra arenaria bianca e pietra asflaltica nera di Ragusa, della chiesa di San Filippo Neri di Siracusa. Lojacono utilizza nuovi consolidanti chimici dei materiali lapidei, che prima però sperimenta in piccole porzioni dell’edificio, come nella facciata e in parti secondarie del pavimento stesso. Lojacono matura la convinzione, che se si vuole mantenere l’autenticità dei monumenti, occorre non procedere alla sostituzione continua dei materiali lapidei costituenti, ma spingendo in avanti il suo ragionamento, proseguire con «soffi» e «spruzzi». Consideriamo l’intervento di restauro di Lojacono a Siracusa fra i primi cantieri in Sicilia dove vengono utilizzati prodotti chimici, come lo Sticker, che opportunamente sciolto in acqua e mescolato al cemento comune e a polveri di inerti derivati dai materiali da trattare, potevano assicurare la conservazione, senza richiedere la sostituzione dei conci ammalorati, con nuovi. Il restauro di Lojacono, ebbe notevole successo di divulgazione, e infatti fu anche, nel 1964, presentato al Congresso internazionale che portò alla promulgazione della Carta del Restauro di Venezia.