Le superfici murarie a vista: restauri a Palermo e a Rodi (fine se. XIX- prima metà sec. XX)
- Autori: Scaduto, Rosario
- Anno di pubblicazione: 2018
- Tipologia: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/301440
Abstract
Il saggio indaga la particolare tecnica di restauro delle superfici murarie lasciate a vista dell’architettura medievale considerando alcuni casi nella città di Palermo e di Rodi in Grecia (fine del sec. XIX - prima metà del sec. XX). In particolare, dopo avere eliminato gli strati di intonaco, anche quelli coevi alla costruzione, l’architettura medievale era sottoposta ad interventi di rifacimento delle superfici sia interne che esterne, mediante la tecnica dell’”impiallicciatura”, cioè ricostruendo i filari dei conci delle murature con materiale simile per natura, dimensioni e colore, o estraendo il concio degradato, resecando la parte ammalorata e ricollocandolo nella muratura. Questa operazione serviva a riconfigurare l’aspetto delle architetture medievale, con l’accortezza di mantenere alcuni conci ammalorati, uniti con i nuovi che costituivano la quota maggiore. Con questa tecnica, che univa conci preesistenti segnati dal tempo, con i nuovi, anche naturalmente di diverso colore, si desiderava donare una immagine antica, armoniosa dell’edificio, con il tempo trascorso quasi congelato all’epoca nella quale erano stati edificati. Prima di qualsiasi intervento sui monumenti occorre studiarli per meglio conservarli. Pertanto è corretto anche indagare la tecnica, appena presentata, di restauro delle superfici murarie a vista, perché solo conoscendo approfonditamente l’architettura e le tecniche di restauro del passato è possibile meglio ed efficacemente intervenire per la sua conservazione, per la nostra generazione, ma soprattutto per quelle future.