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ROSARIO SCADUTO

Per il sistema difensivo di Rodi "insigne monumento cioè di tutta la città murata"

Abstract

Tra la seconda metà del XIX sec. e l’inizio del XX sec. in Europa si assiste alla progressiva distruzione dei sistemi difensivi delle città, in quanto, oramai, considerati inutili ingombri rispetto ai motivi che li avevano originati. Delle fortificazioni delle città, solamente alcuni elementi furono conservati, come, ad esempio le porte urbiche e alcune torri. In particolare la città di Rodi, in Grecia, fino all’arrivo degli occupanti italiani, nel 1912, possedeva un sistema di fortificazioni formato da mura, bastioni, fossati e terrapieni. Quest’ultimi, dopo più di duecento anni, dalla conquista dello stato dei Cavalieri di Rodi, erano stati adibiti a cimiteri israeliani e musulmani. Con l’occupazione dei militari italiani delle isole Egee e di Rodi, ebbe inizio anche l’azione di tutela e restauro delle variegate testimonianze. Il presente saggio indaga il sistema delle fortificazioni della città di Rodi, salvato, nella sua quasi totalità dalla sicura distruzione, per merito anche dell’archeologo A. Maiuri, nel corso della sua attività di Soprintendente di Rodi (1914-1924). Rodi rappresenta un buon esempio di tutela e conservazione, all’inizio del XX secolo, di un intero centro storico.