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PATRIZIA SARDINA

La “reginalità” d’Isabella d’Aragona, moglie di Filippo III di Francia

Abstract

Il matrimonio tra Isabella, figlia di Giacomo I d’Aragona, e Filippo III, figlio di Luigi IX di Francia, segnò una significatica pausa nella contesa tra i due regni. Isabella partorì quattro maschi, che nel 1270 lasciò a Parigi per seguire il marito nella crociata di Cartagine. Nel 1271 Isabella cadde da cavallo mentre attraversava un torrente in piena; morì poco dopo a Cosenza con il bimbo che portava in grembo. Dal testamento emerge che le persone più importanti erano tutte donne: le balie e le bambinaie dei figli, le inservienti e le dame di compagnia; nella parte finale, Isabella pregò il marito di fare costruire una cappella per la salvezza della sua anima. Sebbene Filippo III non fosse stato ancora unto re, la “reginalità” di Isabella fu riconosciuta dai cronisti e sublimata dall’erezione di due monumenti funebri commissionati uno dal marito nella cattedrale di Cosenza, l’altro dal figlio Filippo IV a Saint-Denis, pantheon della monarchia francese. A causa della morte precoce, non poté giocare un ruolo importante nello scacchiere internazionale al fianco del marito, tuttavia, le insistenti preghiere rivolte a Carlo I d’Angiò affinché lasciasse in carcere a vita Enrico di Castiglia, sostenitore di Corradino di Svevia, accolte dal re angioino, sono un indizio della sua capacità di intercessione.