Terre incognite. Retorica e religione in Machiavelli
- Autori: Scichilone, G
- Anno di pubblicazione: 2012
- Tipologia: Monografia (Monografia o trattato scientifico)
- Parole Chiave: machiavelli. teoria politica. retorica. religione. fonti
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/78775
Abstract
altrimenti periculoso trovare modi e ordini nuovi che si fussi cercare acque e terre incognite»… I Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio si aprono con questa espressione celebre. Tuttavia si è spesso dato all’incipit un mero valore stilistico, un omaggio formale dell’ex Segretario fiorentino allo spirito dei tempi, segnato dai grandi viaggi e dalle scoperte strabilianti. Insomma, un’apertura di circostanza per entrare nella sostanza del commento sulla antica repubblica romana che conquistò il mondo. Invece vi è molto di più: è il simbolo perfetto e paradigmatico della cultura machiavelliana che intreccia storia e geografia, filologia e prospettiva, antico e moderno. È la nuova sensazionale scoperta di chi ha «deliberato entrare per una via, la quale, non [è] suta ancora da alcuno trita» ed è approdato a una teoria politica rivoluzionaria che si appresta a consegnare nelle lunghe pagine successive. Questo è l’«offizio» che rimane all’«uomo buono» che guarda a Firenze dal confino di San Casciano o dall’ozio degli Orti Oricellari: insegnare a chi, «più amato dal Cielo», possa realizzare quanto egli ha inteso «di quelli e di questi tempi» e non ha potuto realizzarlo. Da quelle terre incognite inizia il viaggio nel cosmo machiavelliano, in cui Tolomeo e la Bibbia, astrologia e religione, storia e filosofia, fortuna e libero arbitrio, scrittori latini e umanisti, i profeti antichi e quelli moderni, personaggi mitici e governanti attuali popolano il pensiero di Machiavelli alla ricerca ostinata e temeraria di modi e ordini nuovi per governare le sfide della propria epoca e le perenni questioni della politica.