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DANIELA SANTORO

Scienza e medicina nella Sicilia altomedievale

Abstract

Tra i secoli V e X se la penisola italiana, non più collegata ai centri di produzione dei saperi del bacino del Mediterraneo, entrò a far parte di dinamiche che l’avrebbero sempre più assimilata all’Europa settentrionale, la Sicilia - bizantina dal VI secolo, araba dal IX - visse un contesto di contaminazione: scienza e medicina, per quanto lo stato delle fonti appaia tante volte frammentario, sono settori caratterizzati da eredità, mediazioni, ripresa della tradizione greca e latina, all’insegna di un’ibridazione estesa ai secoli successivi. Nonostante la coesistenza di popoli e conoscenze rendesse l’isola non ancorata a un’unica tradizione culturale, la medicina araba continuò in età normanna a godere di prestigio - come dimostra la presenza a corte, nell’immagine raffigurante la morte di Guglielmo II tramandataci da Pietro da Eboli, di un astrologo e di un medico arabo – e influì sui primi regolamenti, come attesta l’obbligo per i medici occidentali, sancito nel 1140, di sostenere un esame per praticare l’arte. Si focalizzerà dunque l’attenzione sulla circolazione di idee e sulla mescolanza di culture che contraddistingue la Sicilia altomedievale.