Harmless Rapes? A False Problem for the Harm Principle
- Authors: Spena, A
- Publication year: 2010
- Type: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
- Key words: Harm Principle. Harmless Rape.
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/60011
Abstract
ENG.: In this article, I try to show that “harmless rape” (i.e., the case of a rape which is not experienced by its victim) poses no real problem for the harm principle. In order to do this, I first give a critical account of the way in which John Gardner and Stephen Shute have faced this very same topic in a pathbreaking essay they wrote about ten years ago. I contend that their argument undergoes some logical and normative flaws. I will then provide a different account of the harm principle, one that, while reflecting more precisely some of the original Millian intuitions, easily explains why socalled harmless rapes should be criminalized. IT: In questo articolo, cerco di spiegare perché a mio giudizio le ipotesi di cosiddetto “stupro innocuo” (ossia, di stupro commesso su vittima incosciente) non rappresentino una minaccia per la sostenibilità del principio del danno. A tal fine, comincio analizzando criticamente il modo in cui John Gardner e Stephen Shute hanno affrontato la medesima questione in un importante saggio scritto ormai una decina d’anni addietro. La mia idea è che la loro impostazione sia affetta, in ultima analisi, da carenze sia logiche che normative. Prospetto dunque una mia interpretazione del principio del danno, la quale, a mio avviso, se da un lato rispecchia più da vicino qualcuna delle intuizioni originariamente espresse da John Stuart Mill nel suo noto saggio On Liberty, d’altro lato non ha alcuna difficoltà a spiegare l’incriminazione dei fatti di “stupro innocuo”.