“La trattativa che non c’è”. La corte di appello di Palermo conferma l’assoluzione per l’ex ministro Mannino
- Autori: Maggio P.,
- Anno di pubblicazione: 2020
- Tipologia: Articolo in rivista
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/399935
Abstract
Il noto processo, denominato Trattativa Stato-Mafia, si è posto all’attenzione dei giuristi e degli storici per la peculiare configurazione delle condotte criminose in contestazione involgendo, oltre che il ritenuto carattere illecito della “Trattativa” e l’individuazione degli elementi costitutivi del reato, lo stesso orizzonte cronologico degli eventi e la loro ricostruzione. L’esistenza di patti compromissori tra “Cosa nostra” e lo Stato italiano aventi come protagonisti i vertici delle istituzioni, basati su di una reciprocità di scambi tali da condizionare negativamente il sistema democratico, si è rivelato tema di accertamento sfuggente e incerto. Il contributo mette in evidenza le fragilità dell'imputazione e dell’apparato probatorio volto a dimostrarla, la possibilità di contrasti fra i differenti giudicati e alimentano il rischio di duplicazioni degli accertamenti a carico del medesimo autore per gli stessi fatti in violazione del ne bis in idem.