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LORENZO MARCHESE

Ancora sulla maturità di Pavese

Abstract

L’articolo indaga la presenza del concetto di «maturità» nell’opera saggistica, poetica e romanzesca di Cesare Pavese, dagli anni Trenta fino al 1950. Già studiato e tematizzato da Pavese stesso, il concetto di «maturità» è indagato nei suoi molteplici, spesso contraddittori presupposti culturali. Pavese pone la maturità in una serie di antinomie con altre nozioni astratte (infanzia, impotenza, saggezza, morte), che si ripetono ossessivamente nella sua opera e influiscono sullo stile, la costruzione delle trame, l’elaborazione dei personaggi. Lungi dall’essere una condizione anagrafica, la maturità è quindi la metafora di uno stato mentale della frustrazione e del limite, che nell’ultimo biennio di vita di Pavese si trasforma, come dimostra lo studio della parola ripeness, nello stadio in cui l’individuo risolve la propria paralisi esistenziale con un gesto tragico.