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FRANCESCO MANGIAPANE

Peppa Pig

Abstract

Peppa Pig è la regina delle serie tv rivolte per prima infanzia. Le sue puntate sono trasmesse in tv più di cinquanta volte al giorno da Rai YoYo e altri canali tv. Rappresentano un intrattenimento immancabile e, per certi versi, ineludibile per i piccoli. Il successo di Peppa Pig supera gli argini della programmazione televisiva ed è diventato fenomeno di costume, proliferando nei media più diversi (cinema, tv, internet e quant’altro). Estende anche il potere di fascinazione al mondo delle merci: Peppa si vende in ogni forma e modo, dai quaderni alle magliette, dai pupazzi ai gadget portatili. Peppa è diventata una metafora dei nostri tempi. Ma cosa davvero ci chiede la simpatica maialina protagonista della serie? Per rispondere a questa domanda Francesco Mangiapane, semiologo e papà di due bambini, passa in rassegna il mito di Peppa nelle sue infinite emanazioni, ne ricostruisce la storia e la fortuna, ma non si ferma qui. Nota come, dietro un apparente conservatorismo di ambienti e situazioni, la serie proponga una nuova forma delle dinamiche familiari, una vera e propria nuova famiglia, a partire dai problemi e dalle opportunità dello scenario contemporaneo. Organizzazione del lavoro, identità di genere, differenze generazionali fra padri figli e nonni, sono solo alcuni dei nodi sensibili su cui la serie si schiera, riarticolando creativamente problemi e criticità dei nostri anni, fino a proporre il suo immancabile lieto fine. Ma c’è di più, il discorso di Peppa Pig non rimane legato all'attualità. Comparandolo con altri cartoni delle serie tv per bambini presenti nei palinsesti televisivi, si può riconoscere in Peppa Pig una proposta di senso più generale, un archetipo che punta sul recupero del corpo e sulla ritrovata complicità emotiva fra i componenti del gruppo familiare oltre ogni individualismo. Il successo di Peppa Pig è doppiamente segno dei tempi: da una parte, prende posizione sul contesto e l’orizzonte di vita delle famiglie contemporanee; dall’altra, rivela l’attitudine più profonda ed epocale, quella a un complice epicureismo collettivo.