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GABRIELLA LO VERDE

Introduzione di Closterocerus sp. in Sicilia per il controllo biologico di Ophelimus maskelli Ashmead (Hymenoptera, Eulophidae) galligeno esotico sugli eucalipti

Abstract

Ophelimus maskelli Ashmead (Hymenoptera, Eulophidae), galligeno sugli eucalipti, è stato accidentalmente introdotto di recente in Italia ed in numerosi paesi del Mediterraneo, causando allarmanti infestazioni, che hanno determinato in taluni casi vistose defogliazioni sulle piante adulte e deperimento delle piantine in vivaio e nei giovani impianti. In considerazione della vastità del patrimonio boschivo siciliano potenzialmente a rischio (25.835 ha, il più esteso d’Italia), è stato avviato un programma di controllo biologico classico, in collaborazione con il Volcani Center (ARO) di Bet Dagan (Israele) e lo CSIRO di Canberra (Australia), mediante l’introduzione del suo parassitoide Closterocerus sp. (Hymenoptera, Eulophidae). La specie, telitoca ed endofaga, è stata sottoposta in laboratorio a prove di parassitizzazione su ospiti alternativi, che hanno sempre dato esito negativo, permettendo di escludere possibili effetti indesiderati sull’entomofauna autoctona. Il parassitoide è stato rilasciato in cinque diversi siti, di cui due in aree di alberatura cittadina alla periferia di Palermo, e tre in eucalipteti delle province di Palermo, Trapani e Caltanissetta. L’eulofide è stato ritrovato in 4 dei 5 siti di rilascio già circa venti giorni dopo il lancio in campo, ed entro i successivi due mesi aveva fatto registrare una parassitizzazione del 46,6% in uno di tali siti. A distanza di circa cinque mesi dalla data di rilascio, il parassitoide esotico è risultato presente in tutti e cinque i siti di rilascio ed in cinque siti limitrofi, distanti da ciascuno di essi 1-2 km, nei quali si era diffuso spontaneamente. Nei siti di rilascio suburbani la parassitizzazione ha raggiunto ovunque valori superiori al 95%, mentre nei siti costituiti da estesi impianti forestali, dove la dispersione del parassitoide è probabilmente maggiore, le percentuali di parassitizzazione sono comprese tra il 9,9 e l’88,6%. Inoltre, Closterocerus sp. si è ulteriormente diffuso, essendo stato rinvenuto sei mesi dopo l’introduzione a 5,6 km dal più vicino sito di rilascio suburbano. Il parassitoide ha quindi dimostrato una spiccata specificità e notevoli capacità di diffusione autonoma sul territorio.