Introduzione di Closterocerus sp. in Sicilia per il controllo biologico di Ophelimus maskelli Ashmead (Hymenoptera, Eulophidae) galligeno esotico sugli eucalipti
- Authors: RIZZO, MC; LO VERDE, G; RIZZO, R; BUCCELLATO, V; CALECA, V
- Publication year: 2006
- Type: Articolo in rivista
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/26990
Abstract
Ophelimus maskelli Ashmead (Hymenoptera, Eulophidae), galligeno sugli eucalipti, è stato accidentalmente introdotto di recente in Italia ed in numerosi paesi del Mediterraneo, causando allarmanti infestazioni, che hanno determinato in taluni casi vistose defogliazioni sulle piante adulte e deperimento delle piantine in vivaio e nei giovani impianti. In considerazione della vastità del patrimonio boschivo siciliano potenzialmente a rischio (25.835 ha, il più esteso d’Italia), è stato avviato un programma di controllo biologico classico, in collaborazione con il Volcani Center (ARO) di Bet Dagan (Israele) e lo CSIRO di Canberra (Australia), mediante l’introduzione del suo parassitoide Closterocerus sp. (Hymenoptera, Eulophidae). La specie, telitoca ed endofaga, è stata sottoposta in laboratorio a prove di parassitizzazione su ospiti alternativi, che hanno sempre dato esito negativo, permettendo di escludere possibili effetti indesiderati sull’entomofauna autoctona. Il parassitoide è stato rilasciato in cinque diversi siti, di cui due in aree di alberatura cittadina alla periferia di Palermo, e tre in eucalipteti delle province di Palermo, Trapani e Caltanissetta. L’eulofide è stato ritrovato in 4 dei 5 siti di rilascio già circa venti giorni dopo il lancio in campo, ed entro i successivi due mesi aveva fatto registrare una parassitizzazione del 46,6% in uno di tali siti. A distanza di circa cinque mesi dalla data di rilascio, il parassitoide esotico è risultato presente in tutti e cinque i siti di rilascio ed in cinque siti limitrofi, distanti da ciascuno di essi 1-2 km, nei quali si era diffuso spontaneamente. Nei siti di rilascio suburbani la parassitizzazione ha raggiunto ovunque valori superiori al 95%, mentre nei siti costituiti da estesi impianti forestali, dove la dispersione del parassitoide è probabilmente maggiore, le percentuali di parassitizzazione sono comprese tra il 9,9 e l’88,6%. Inoltre, Closterocerus sp. si è ulteriormente diffuso, essendo stato rinvenuto sei mesi dopo l’introduzione a 5,6 km dal più vicino sito di rilascio suburbano. Il parassitoide ha quindi dimostrato una spiccata specificità e notevoli capacità di diffusione autonoma sul territorio.