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FRANCESCA GIANNONE

LA VERSIONE ITALIANA DELLA CECA (CHILDHOOD EXPERIENCE OF CARE AND ABUSE): L’INTERVISTA PER LA RILEVAZIONE EMPIRICA DELLE ESPERIENZE DI CURA ED ABUSO NELL’INFANZIA

  • Authors: Giannone, F; Guarnaccia, C
  • Publication year: 2011
  • Type: Proceedings
  • Key words: Childhood Experience of Care and Abuse (CECA), abuso, maltrattamento, intervista clinica
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/60345

Abstract

La Childhood Experience of Care and Abuse–CECA (Bifulco et al. 1994), recentemente adattata per la popolazione italiana (Giannone, Schimmenti et al. 2011) è considerata il criterio gold standard per la rilevazione delle esperienze di cura ed abuso vissute in età infantile e adolescenziale. Si tratta di un’intervista retrospettiva semistrutturata, utilizzabile con soggetti giovani e adulti, che esplora le esperienze vissute fino ai 16 anni di età con i genitori ed altre figure significative. È ampiamente riconosciuto in letteratura come contesti relazionali ed esperienze infantili abbiano un ruolo determinante nella strutturazione del Sé (Bifulco e Moran 1998; Fonagy et al. 2002; Giannone et al. 2010, Stern 1971,1998). Tali esperienze necessitano, pertanto, di un’accurata valutazione. Il compito centrale della CECA consiste nell’identificare configurazioni relazionali specifiche, classificate secondo criteri condivisi, che associano a particolari “storie sulle relazioni” peculiari dimensioni dell’esperienza. Le rilevazioni effettuate mediante la CECA sono behavioral-oriented, basate sulla descrizione di specifici comportamenti ed eventi vissuti piuttosto che rappresentazioni e risonanze emotive, fornendo così al clinico informazioni accurate e sensibili su cui effettuare la valutazione (Bifulco, Moran, 1998). L’uso di un’intervista clinica quale la CECA, pur potendo andare incontro a specifiche difficoltà di categorizzazione fornisce, se somministrata con cura, utili informazioni sulla storia evolutiva degli individui, evidenziando le condizioni di rischio psicologico e psicosociale presenti nel contesto in cui i soggetti erano inseriti ed i fattori che possono aver assunto una funzione protettiva nello sviluppo (Schimmenti e Bifulco 2008). Ciò può consentire di prendere decisioni più consapevoli circa il trattamento clinico, affinando (con l’ausilio dei dati empirici) la conoscenza del fenomeno e l’elaborazione di obiettivi, strategie e metodologie di lavoro.