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MARIA DI BLASI

IDENTITÀ PROFESSIONALE E ATTACCAMENTO. UNA RICERCA SUI GRUPPI DI TRAINING UNIVERSITARI

  • Autori: Di Blasi, M; Giordano, C; Cavani, P; Cannizzaro, G; Marfia, A
  • Anno di pubblicazione: 2013
  • Tipologia: Proceedings
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/98322

Abstract

Nel corso degli ultimi anni nel campo della ricerca sui gruppi terapeutici, le dimensioni dell’attaccamento sono state ampiamente studiate nella loro relazione con misure di processo (coesione, alleanza) e di esito in numerose popolazioni cliniche. Il presente studio vuole approfondire in una popolazione non clinica l’influenza dell’attaccamento sugli esiti dei gruppi di training universitari ad orientamento psicodinamico. Gli obiettivi di tali gruppi, che hanno coinvolto 97 studenti (I anno LM in Psicologia Clinica), sono: sviluppare le capacità di riflessione sulla identità professionale, la capacità di analizzare i propri vissuti e la propria capacità di relazionarsi con gli altri nella dinamica gruppale, sviluppare le capacità di ascolto di sé e degli altri e la conoscenza, attraverso l’esperienza diretta, delle dinamiche che intercorrono all’interno di un dispositivo di lavoro psicologico di tipo gruppale. Lo studio riferisce i risultati relativi alla relazione tra profili di attaccamento, valutati attraverso l’ASQ e alcune dimensioni di esito rilevate attraverso un questionario costruito ad hoc. Il contenuto dei questionari, analizzato secondo le indicazioni della Consensual Qualitative Research-Modified (CQR-M; Hill et al., 2012) ha permesso di individuare quattro domini: “utilità professionale”, “cambiamenti individuali”, “difficoltà”, “esplorazione di sé”. L’ipotesi dello studio è che i differenti profili di attaccamento (sicuro, ansioso-preoccupato, evitante, dismissing) correlino diversamente con i quattro domini individuati e nello specifico che soggetti con livelli di evitamento più elevati e minori livelli di ansia presenteranno maggiori difficoltà in gruppo rispetto a soggetti con livelli di evitamento più bassi e maggiori livelli di ansia. I risultati preliminari della ricerca sembrerebbero confermare l’ipotesi di partenza.