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ALBA CASTELLO

Percorsi ascensionali e viaggi fra i luoghi della ‘memoria’. Una lettura di "Guida per salire al monte" di Lucio Piccolo.

Abstract

L’articolo è incentrato sul valore che il tema del viaggio riveste nella poesia di Lucio Piccolo e sulla specifica declinazione che, in riferimento alla relazione con il paesaggio e alla percezione della natura, animale e vegetale, esso assume nell’opera dell’autore. L’indagine prende le mosse dalla lettura di "Guida per salire al monte", componimento d’apertura di "Plumelia", la terza raccolta piccoliana pubblicata nel 1967 (L. Piccolo, "Plumelia", All’insegna del Pesce d’Oro, Milano 1967). La poesia, attraverso il ritmo narrativo largo del poema in versi liberi e le dettagliate descrizioni del paesaggio, ricompone i piani sfaccettati di una geografia memoriale e illustra, secondo le modalità proprie di una guida di viaggio, le tappe di un cammino reale ma che, al contempo, si propone come un percorso dell’anima (cfr. C. Guarrera, "Le quattro stagioni di Lucio Piccolo", Sicania, Messina 1991).
 I luoghi di tali itinerari ascensionali, che si ritrovano anche in altri componimenti del poeta, come in "La Torre" (L. Piccolo, in La seta e altre poesie inedite e sparse, All'insegna del Pesce d'Oro, Milano 1984), custodiscono segreti ancestrali e si fanno tramite di 'incontri' misteriosi, carichi di riferimenti alla letteratura precedente e suscettibili di numerose interpretazioni. Ciò accade, per esempio, con la figura dell'eremita che, come sottolinea N. Tedesco, segnala (ma non palesa) la presenza umana e offre nuove possibilità al “novellare onirico” del poeta. L’indagine condotta, avvalendosi del riferimento al complesso e articolato "dossier génétique" di "Guida per salire al monte", mette in luce come l’analisi del lavoro di stesura e ininterrotta revisione del testo operato dall’autore possa guidare la riflessione su alcuni nodi semantici di rilievo e come lo studio della genesi dei versi possa rappresentare una chiave d’accesso al loro significato più profondo.