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GAETANO ARMAO

Luigi Einaudi e l’autonomia regionale: una predica (ancora) utile per il regionalismo differenziato

Abstract

Il saggio ricostruisce il contributo offerto da L. Einaudi nelle fasi della nascita del regionalismo italiano: dapprima alla Consulta nazionale e poi all’Assemblea costituente, nel complesso ruolo rappresentante eminente del partito liberale, ma anche di governatore della Banca d’Italia e poi di Ministro del bilancio e Vicepresidente del Consiglio. Ne emerge la figura di un convinto autonomista, pur se preoccupato dall’incedere frettoloso e confusionario del primo regionalismo, tentato da alcune fughe in avanti, in materia finanziaria, valutaria e doganale. Le critiche che, in solitudine, egli argomentò dettagliatamente colsero nel segno, prova ne è che gran parte delle norme da egli additate in quella fase, con particolare riguardo allo Statuto siciliano, siano rimaste sulla carta, sostanzialmente inapplicabili. Un autonomista convinto quindi, e se ne trova conferma anche nelle ultime nomine dei senatori a vita (due regionalisti e meridionalisti come L. Sturzo e U. Zanotti Bianco), che tuttavia non si sottrasse al compito di evidenziare come il percorso di regionalizzazione dovesse essere attento, ponderato, ma soprattutto avulso dal sistema, poco selettivo, delle compartecipazioni fiscali e senza straripamenti ed avesse il suo fulcro nel cittadino-contribuente e nella sua capacità di valutare la gestione delle funzioni pubbliche. Una “predica utile”, quindi, anche per il regionalismo differenziato che si prepara.