1. Moscoforo
Il Moschophoros fu ritrovato nel 1864, insieme a moltissime altre statue votive, durante gli scavi e i lavori che nel corso dell’Ottocento, soprattutto nella seconda metà, diedero alla sommità dell’Acropoli di Atene l’aspetto con cui sostanzialmente essa si presenta ancora oggi al visitatore. Si tratta di una scultura, databile verso il 560 a.C., che riveste un’importanza capitale per la conoscenza dello sviluppo della statuaria greca di età arcaica. Il Moschophoros, infatti, non è un tradizionale kouros in piedi, nudo e con le braccia distese lungo i fianchi, dello stesso tipo di quelli che fino a quel momento venivano collocati nei santuari come ex voto e nelle necropoli come segnacoli tombali. Il vitello recato sulle spalle (moschos, da cui il nome del personaggio), certo da intendere come offerta alla divinità, determina una trasformazione radicale della figura maschile, non solo perché impone una diversa posizione alle braccia del dedicante, che qui sono sollevate per reggere le zampe, ma anche perché il muso dell’animale viene a trovarsi sullo stesso piano del volto dell’uomo, sottolineando in questo modo il valore del dono. L’effetto che ne risulta, quindi, non è quello di una semplice figura stante, ma di un vero e proprio gruppo.
Altri particolari contribuiscono a segnalare l’unicità della scultura, come la presenza della barba, il leggero mantello, che fascia il corpo rimanendo appena percettibile (in antico sicuramente reso più evidente tramite l’aggiunta del colore), e gli occhi, che erano completati da inserti vetrosi lavorati a parte, secondo un procedimento meno frequente per la statuaria in marmo. La base originaria, recuperata successivamente al corpo, riporta il nome del dedicante: Rhombos figlio di Palos (secondo la restituzione più probabile del testo epigrafico, in parte corrotto).
- Calco in scala ridotta, montato su un basso plinto parallelepipedo pure in gesso.
- Inventario: DCS 19478.
- Misure: cm 114 x 50.
Bibliografia: S. Rambaldi, La Gipsoteca del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo. Storia e Catalogo, Palermo, Palermo University Press, 2017 (“Artes”, n.s. 2), pp. 34-35, nr. 1 (con bibliografia di riferimento sull’originale).