Mozia
Coordinatore / Responsabile: | Paola Sconzo, Aurelio Burgio |
Ambito di disciplinare: | L-OR/06 |
Data attivazione scavo: | 1977-1994; 2013-2017; 2020- |
Località: | Mozia | Isola di San Pantaleo, Marsala, Italia |
Galleria immagini
Descrizione
La Missione Archeologica dell’Università degli Studi di Palermo ha condotto sin dal 1977 varie campagne di scavo e ricerche ed è ancora attiva sull’isola di Mozia.
Attualmente diretta dalla dott.ssa Paola Sconzo e dal prof. Aurelio Burgio, la Missione opera in collaborazione con la Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani e si avvale del patrocinio della Fondazione G. Whitaker di Palermo, che offre ospitalità e strutture nei locali di sua proprietà nell'isola.
Mozia, odierna San Pantaleo, è una piccola isola riparata da una laguna poco profonda, stante lungo la costa occidentale della Sicilia, vicino Marsala.
La posizione vantaggiosa, al crocevia dei traffici tra il Tirreno e il Canale di Sicilia e fra oriente e occidente, fece sì che già a partire dall’età del Bronzo, se non prima, l’isola fosse luogo di frequentazioni commerciali e - più o meno continuativamente - sede di un nucleo abitativo.
Nel corso dell’VIII sec. a.C. vi fu fondata una colonia fenicia che divenne presto – insieme a Cartagine - uno dei siti chiave dell'espansione levantina nel Mediterraneo occidentale.
Se il primo insediamento coloniale prese forma di stazione commerciale non fortificata, già a partire dalla fine del VI sec. a.C., l’insediamento venne cinto da possenti mura di fortificazione, crebbe fino a coprire l'intera isola di 44ha, e sviluppò una solida economia locale e una forte identità. Mentre la necropoli, originariamente ubicata su una spianata rocciosa lungo la costa settentrionale dell'isola, fu in parte spostata sulla terraferma sull’antistante promontorio di Birgi, il nuovo e denso centro urbano finì per comprendere case residenziali, edifici pubblici, santuari, una grande area di mercato come pure diverse officine industriali situate in periferia, probabilmente intervallate da spazi aperti che funzionavano come piazze e giardini.
La città svolse un rilevante ruolo strategico durante le guerre intraprese da Cartagine contro i greci occidentali, finché non fu conquistata e distrutta dai greci di Siracusa nel 397 a.C. dopo un lungo assedio descritto da Diodoro Siculo.
In seguito a tale evento, l’isola fu in gran parte abbandonata e non riguadagnò la prosperità e lo splendore di un tempo. La popolazione sopravvissuta si trasferì sulla terraferma vicina e fondò la città di Lilyboeum (moderna Marsala), che divenne la principale roccaforte militare cartaginese fino alla prima guerra punica (241 a.C.), quando la Sicilia cadde interamente sotto i Romani.
Scavi storici (1977-1994)
La Missione palermitana ha storicamente operato nel settore nord-orientale dell’isola, in prossimità dell’edificio monumentale di Cappiddazzu e della Porta Nord.
Le ricerche condotte nell’ultimo quarto del secolo scorso (1977-1994), sotto la direzione di G. Falsone e A. Spanò (fig. 1), si concentrarono sull’indagine degli ‘spazi della produzione’ portando alla luce il cosiddetto Kerameikos (Zona K-K Est), una delle maggiori officine ceramiche del mondo punico del Mediterraneo centro-occidentale.
I Lavori in quest’area sono ripresi nell’estate del 2023, all’interno del progetto ‘The Potter and the City’ che vede L’Ateneo di Palermo affiancarsi a quello di Tübingen in uno studio multidisciplinare della catena di produzione della ceramica (Fig. 2).
Nell’area immediatamente esterna al Kerameikos, nel 1979 gli scavi palermitani portarono alla luce un capolavoro unico di scultura greca del V secolo a.C., conosciuto come il ‘Giovane di Mozia’ (Fig. 3). Oggi esposta nel Museo locale, la scultura rappresenta una giovane figura maschile stante in atteggiamento eroico, la cui Identificazione e committenza rimangono tutt’ora oggetto di dibattito: alcuni studiosi ritengono rappresenti un auriga vittorioso che celebra il trionfo ai giochi olimpici e che la statua sia stata portata a Mozia come bottino di guerra; altri invece vi riconoscono un eroe punico in un indumento rituale, forse il famoso condottiero Amilcare che combatté la battaglia di Imera nel 480 a.C..
Nuovo ciclo di scavi e ricerche (2013-in corso)
Dopo una pausa di c. 20 anni, con la ripresa delle ricerche nel 2013, la Missione palermitana ha esteso le indagini anche in altri punti dello stesso settore, con i seguenti obiettivi e relativi interventi:
- ‘Uso degli spazi pubblici in contesto punico’. Scavo all’’Edificio J’ (Fig. 4), un’imponente fabbrica di natura pubblica, posta nell’area compresa fra Cappiddazzu e le fortificazioni e databile al V sec. a.C. (2013-2017);
- ‘Uso degli Spazi funerari’. Ripresa degli scavi nell’area della necropoli arcaica (Area N, 2013-2017, 2021-) (Figg. 5-7).
- ‘Mozia delle Origini’. Scavi dei livelli pre-fenici nel quadrante NE dell’isola (2021-) (Fig. 8),
- ‘Costruzione degli spazi urbani e delle identità culturali’. Prospezione geofisica, survey intensiva e sondaggi di controllo nella metà orientale dell’isola realizzati in collaborazione con il Prof. Jason Herrmann del Penn Museum di Philadelphia (USA) e grazie al finanziamento concesso per due cicli consecutivi dalla Fondazione tedesca Gerda Henkel (2017, 2021-) (Fig. 9).
La Missione di Mozia ha carattere spiccatamente interdisciplinare, si avvale dell’opera di giovani archeologi e di specialisti (topografi, antropologi, archeo-zoologi, paleo-botanici, storici delle religioni, etc.).
Lo scavo, come da tradizione, prende la forma di campo-scuola, una piattaforma quest’ultima che ha dato a studenti dell’Università di Palermo e di altri Atenei italiani e stranieri l’opportunità di fare le prime esperienze sul campo e di apprendere nella teoria e nella pratica la metodologia e le tecniche dello scavo e della prospezione in ambito archeologico (Fig. 10-12).
Pubblicazioni principali
- Falsone, G. 1980. I nuovi scavi di Mozia. BCA Sicilia 1: 99–103.
- Falsone, G., Spatafora, F., Spanò, A. and Famà M.-L. 1980–81. Gli scavi della Zona K a Mozia e il caso stratigrafico del locus 5615. Kokalos 26–27, tomo II/2: 877–930.
- Falsone, G. 1981. Struttura e Origine orientale dei Forni da Vasaio di Mozia. (Studi Monografici 1). Palermo: Fondazione G. Whitaker.
- Falsone, G. 1989. Mozia, Zona K. La quarta campagna di scavo. Sicilia Archeologica XXII 71: 51–63.
- Falsone, G. e Sconzo, P. 2017. New Investigations in the north-east quarter at Motya. The archaic cemetery and building J, in Guirguis, M. (ed.) From the Mediterranean to the Atlantic: People, Goods and Ideas Between East and West. I. 8th International Congress of Phoenician and Punic Studies (Carbonia, Sant'Antioco, 21th-26th October 2013) (Pholia Phoenicia 1): 62–9.
- Herrmann, J.T. e Sconzo, P. 2020. Planning Punic cities: geophysical prospection and the built environment at Motya, Sicily. Antiquity 376: 1–16.
- Lauria G.; Sconzo, P.; Falsone, G. and Sineo, L. 2017: “Human Remains and Funerary Rites in the Phoenician Necropolis of Motya (Sicily)”, International Journal of Osteoarchaeology, 27: 1003–1011.
- Peripoli, B. – Gigante, M. – Mahoney, P. – McFarlane, G. – Coppa, A. – Lugli, F. – Lauria, G. – Bondioli, L. – Sconzo, P. – Sineo, L. – Nava, A. 2023. Exploring prenatal and neonatal life history through dental histology in infants from the Phoenician necropolis of Motya (7th- 6 th century BCE). Journal of Archaeological Science: Reports.https://doi.org/10.1016/j.jasrep.2023.104024
- Sconzo, P. 2016. “The Archaic Cemetery at Motya. A case-study for tracing early colonial Phoenician culture and mortuary traditions in the West Mediterranean”. In F. Schön - H. Töpfer (eds.), Karthago Dialogue. Karthago und der punische Mittelmeerraum – Kulturkontakte und Kulturtransfers im 1. Jahrtausend vor Christus: 315-330.
- Sconzo, P. 2020. Nuovi dati dalla necropoli arcaica di Mozia (campagne 2013-2017). 9th International Congress of Phoenician and Punic Studies (Merida, 21th-26th October 2018): Mytra 5, 2020: 1091-1102.
Partner scientifici
Soprintendenza BBCCAA Trapani
Supporto / sponsor
- Università degli Studi di Palermo
- Fondazione Whitaker
- Gerda Henkel Stiftung (2017; 2020; 2023)
- MAT (Mediterranean Archaeological Trust)
- Fondazione Buttitta (2022)
- Vini Barraco (2017)
Partner / collaborazioni
- University Museum of Pennsylvania: Prof. J.T. Herrmann (Geofisica).
- University of Tübingen: Dr. S. Amicone (Archeometria); Prof. S. Rihel e Dr. K. Deckers (Paleobotanica)
- University of Helsinki: Dr. M. Lorenzon (Archeometria/Studio mattoni crudi).
- Harvard Medical School. Laboratory of Paleogenomics: Prof. D. Reich (Paleo-genetica)
- Università del Salento. Centro di Documentazione e Diagnostica (Datazioni radio-carbonio).
Referente
Per informazioni e iscrizioni scrivere a:
› paola.sconzo@unipa.it