LE CAUTELE DELLA REGIA LIBRARIA
Il nucleo più antico dell’Archivio Storico dell’Ateneo di Palermo è costituito dalla serie delle Cautele, appartenente alla sezione Amministrazione (1646-1986), che comprende tutta la documentazione relativa alla gestione amministrativa e finanziaria dell’Università di Palermo.
La serie delle Cautele è costituita da 115 volumi di notevole interesse storico che raccolgono documenti dell’arco di tempo che va dal 1646 al 1856, fra cui apoche, elezioni, chirografi, fideiussioni, lettere, partite di tavola, mandati, ordini regi, gabelle, contratti, note di pagamenti, note di spese, dichiarazioni di debito, conti di introito ed esito, onorari di scuole, pagamenti di salari, retribuzioni, memoriali, polizze di pagamento, ricevute, relazioni dei lavori eseguiti con preventivi, concessioni enfiteutiche, procure.
Nella parte sinistra della teca è esposto il Vol[ume] 1.° del N. 57 di Cautele della Regia Univ[ersi]tà degli Studj dal Gennaro a tutto 20 Luglio 1835 [foto 1.1], composto da 990 carte, che in realtà raccoglie documenti a partire dal 29 dicembre 1834. Nella carta 491 è conservato un Estratto di morte rilasciato dal Comune di Trapani (Distretto di Trapani, Circondario di Trapani, Valle di Trapani), in cui si dà atto della morte, avvenuta a Trapani il 14 aprile 1833, del pittore “Don Matteo Mauro di anni Cinquantasei Celibe”, figlio dell’orefice Isidoro Mauro [foto 1.2]. Sul documento sono visibili il timbro dell’Intendenza della Valle di Trapani e quello di Ferdinando II. Re del Regno delle Due Sicilie, accanto al Visto del Sindaco funz[ionario] S[igno]r Martorana.
Nella parte destra della teca è esposto il Volume di Cautele di n. 2.° della Regia Libraria dall’anno 8.a I[ndizione] 1788 e 1789 a tutto 14.a I[ndizione] 1810 e 1811 [foto 1.3], composto da 534 carte riportanti, fra l’altro, notizie di varia natura in latino e in italiano, fra cui anche quelle sulla costruzione della Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo (oggi Biblioteca Centrale della Regionale Siciliana “A. Bombace”), eretto su uno degli assi principali dell’impianto urbano fra il 1586 e il 1588.
Nella carta 236 può leggersi la nota spese presentata per le “Opere fatte da D[on] Antonio Pellegrino nella regale libraria del di fu Massimo Colleggio [!] di Pal[erm]o ord[in]e dell’Ill[ust]re P[a]dre D[on] Gius[eppe] Sternchen” [foto 1.4] databile al 20 novembre 1793. In calce al documento si trova l’autorizzazione, firmata dal “Sign[o]r Ven[anzi]o Marvuglia Professore d’Architettura”, a pagare per i lavori svolti la somma complessiva di 2 onze e 12 tarì. Si tratta di un’ulteriore testimonianza delle attività svolte a Palermo da Giuseppe Venanzio Marvuglia (1729-1814), uno degli architetti più richiesti dalla committenza religiosa e aristocratica palermitana. Il suo nome è legato a quello dell’Ateneo di Palermo non solo per avere tenuto dalla fine del Settecento la cattedra di Geometria Pratica ed Architettura Civile e Idraulica, ma anche per avere disegnato il prospetto della nuova sede dell’Università ospitata nell’ex convento dei Padri Teatini sulla centralissima via Maqueda, non lontano dai Quattro Canti.