RESPONSABILE (referente o tutor)

U.O. Assegni di Ricca

dott.ssa Stefania Crifasi

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Il progetto "Benessere organizzativo e sostenibilità nei contesti lavorativi post-pandemici" si propone di studiare l'interazione tra benessere psicosociale, pratiche organizzative sostenibili e performance lavorativa. In linea con il settore PSIC/03-B, la ricerca analizzerà i processi psicologici e relazionali che influenzano cognizioni, emozioni e condotte nei contesti organizzativi contemporanei.
Il ricercatore implementerà un disegno di ricerca mixed-method per:
1) Identificare i fattori di rischio e protezione per la salute psicosociale nei nuovi modelli lavorativi ibridi
2) Analizzare l'impatto delle pratiche di leadership e gestione dei team sul benessere organizzativo
3) Sviluppare e validare strumenti di assessment e interventi evidence-based
La metodologia comprenderà:
- Survey quantitative con questionari psicometrici validati
- Interviste qualitative e focus group
- Studi longitudinali per tracciare i cambiamenti nel tempo
I risultati attesi includono:
- Pubblicazioni su riviste internazionali ad alto impatto
- Strumenti validati per la valutazione del benessere organizzativo
- Protocolli di intervento per la promozione della salute psicosociale
Il progetto, coerente con la strategia dipartimentale, contribuirà agli obiettivi del PNRR relativi alla sostenibilità sociale e alla resilienza del sistema produttivo, promuovendo pratiche organizzative che favoriscono simultaneamente benessere, inclusione e performance, nel rispetto del principio DNSH.

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La sicurezza nazionale rappresenta oggi un tema di crescente rilievo per le istituzioni e per la società. Per molto tempo è stata trattata alla stregua di un concetto giuridicamente evanescente, riconducibile alla sfera del pre, extra o meta-giuridico, ma oggi è entrata in una nuova fase di “istituzionalizzazione” grazie allo sviluppo di un nuovo ciclo di politiche europee e nazionali volte a rivalutare complessivamente l'equilibrio tra istanze securitarie e meccanismi pro-concorrenziali. In particolare, i più recenti interventi del legislatore europeo in materia di golden powers e sicurezza cibernetica permettono di mettere in discussione il dogma della ‘riserva di stato’ in materia di sicurezza nazionale.
In linea con quanto stabilito dal Piano Strategico del DiGi, il tema merita di essere affrontato attraverso un approccio integrato che promuova una visione unitaria basata sulla ricerca avanzata, la formazione accademica orientata alle sfide contemporanee e un’efficace ‘terza missione’ rivolta al territorio (v. ‘stato dell’arte e obiettivi generali’ del Piano). In particolare, l’internazionalizzazione dell’offerta (si pensi anche all’eventualità di una collaborazione con la Clinica MiDi,) e la collaborazione con istituzioni esterne si connettono all’esigenza di elaborare risposte innovative ai mutamenti dello scenario globale: dallo studio delle nuove minacce che mettono a repentaglio la stessa sopravvivenza delle organizzazioni complesse, ai mutamenti dei rapporti tra Stato e mercato, fino alle ricadute sui diritti fondamentali dell’individuo. Tale studio sarà sviluppato nel corso di un biennio, attraverso una programmazione mensile delle attività, e al termine verrà pubblicato un volume monografico.

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Il progetto esplora il potenziale terapeutico di prodotti di scarto agroalimentari siciliani (estratti di semi e bucce di mango, prodotti di scarto della lavorazione di olio e vino) nella modulazione del metabolismo lipidico e della chemioresistenza in malattie croniche come il cancro e la steatosi epatica non alcolica. Le goccioline lipidiche (LDs)
svolgono un ruolo chiave nella progressione tumorale e nelle disfunzioni epatiche, contribuendo alla resistenza ai farmaci e alle metaboliche. Attraverso un approccio innovativo basato su
RNA-targeting e saggi biochimici su modelli cellulari, il progetto valuterà l’efficacia degli estratti naturali derivanti da prodotti di scarto dell’industria agroalimentare siciliana nel
ridurre l’accumulo di LDs, modulare le vie metaboliche e migliorare la risposta alle terapie oncologiche ed epatiche.
Lo studio sarà condotto su modelli cellulari per identificare i meccanismi molecolari alla base degli effetti benefici.
L’impiego di scarti agroalimentari non solo permette di trasformare rifiuti ad alto valore aggiunto, ma promuove anche la sostenibilità
ambientale e l’economia circolare, con potenziali
applicazioni nel settore farmaceutico e nutraceutico. Il progetto contribuisce allo sviluppo di strategie innovative, sostenibili ed economicamente vantaggiose per il trattamento di malattie ad elevata incidenza, rafforzando il legame tra ricerca, territorio e industria biotecnologica.

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Il mieloma multiplo (MM) è la seconda neoplasia ematologica più diagnosticata, rappresentando quasi il 2% di tutti i nuovi casi di cancro. Colpisce principalmente i soggetti tra i 65 e i 74 anni e ha una sopravvivenza mediana stimata superiore ai 10 anni. Il MM è preceduto da condizioni asintomatiche come la gammopatia monoclonale di significato indeterminato o il mieloma smoldering.
Nonostante l’introduzione delle nuove immunoterapie abbia migliorato significativamente la sopravvivenza dei pazienti, la maggior parte inevitabilmente va incontro a recidiva. In questi pazienti, le plasmacellule clonali (cPC) mostrano instabilità genomica, intensa replicazione e aumento dello stress ossidativo. Evidenze preliminari indicano che lo stress replicativo/ossidativo aumentato nelle cPC e i conseguenti cambiamenti microambientali svolgono un ruolo cruciale nell'evoluzione del MM e nella resistenza al trattamento.
Interferire con l'equilibrio tra generazione di ROS e difese antiossidanti è una strategia terapeutica promettente. L’analisi multiomica integrata, che studi tali aspetti, combinando variabili cliniche e firme molecolari delle cellule tumorali e del loro microambiente immunitario, potrebbe essere essenziale per personalizzare la terapia ad ogni paziente.

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