Il principio di buona fede tra interpretazione dello statuto di società e abuso della maggioranza. Commento a Cassazione Civile, Sez. I, 14 marzo 2016, n. 4967.
- Autori: Maria Vittoria Zammitti
- Anno di pubblicazione: 2016
- Tipologia: Altro
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/504791
Abstract
La sentenza in commento offre spunti di riflessione circa l’applicazione, sul fronte dell’interpretazione dello statuto e dei rapporti tra maggioranza e minoranze in assemblea, delle clausole di correttezza e buona fede che nel codice civile trovano consacrazione negli artt. 1175 (comportamento secondo correttezza), 1366 (interpretazione del contratto secondo buona fede) e 1375 (esecuzione di buona fede). Per giungere, invero, all’accoglimento della domanda di annullamento della delibera modificativa dello statuto, la Corte si è trovata ad applicare il principio di buona fede, in un primo momento, ai fini di una coerente interpretazione della clausola dello statuto oggetto di controversia; e, in un secondo momento, ai fini di porre un limite al discrezionale e abusivo operare della maggioranza.