The rediscovery of nature: the lost innocence of the digital world
- Authors: Vitrano, Rosa Maria
- Publication year: 2022
- Type: Articolo in rivista
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/578241
Abstract
L’impatto della nostra impronta ecologica legata al tasso di crescita incontrollato della tecnologia digitale sta portando ad un aggravamento degli squilibri ambientali esistenti. Il digitale e i new media che fino a ieri ci apparivano una terra promessa dell’emancipazione umana, oggi rilevano enormi effetti inquinanti sulla biosfera che devono essere obbligatoriamente evidenziati. Nel contributo si intende sottoporre a indagine le cause della “perduta innocenza” del mondo digitale anche attraverso una ricostruzione analitica sui fenomeni che sino a poco tempo fa venivano percepiti come veicoli immateriali, assolutamente non invasivi per l’ambiente e dalle straordinarie potenzialità di progresso, democratizzazione e crescita economica. La digitalizzazione è oggi investita dal peso di un dilagante inquinamento a cui non riesce a sottrarsi. A questo si aggiunge il peso sociale determinato dalla commercializzazione, dalla sorveglianza e dalla violazione della privacy, spesso evidenziato all’interno del dibattito pubblico, soprattutto, dalle diverse comunità scientifiche di settore ma anche da aziende e istituzioni pubbliche. Si assiste negli ultimi anni al proliferare di una letteratura sempre più nutrita sui temi relativi all’impatto ambientale delle TIC: i media digitali sono valutati come fattori di inquinamento che esercitano un ruolo sempre più rilevante nella crisi ecologica globale. Il digitale è stato associato all’immaterialità, alla leggerezza, addirittura in taluni studi come essa stessa sinonimo di azione “green”. Le tecnologie della comunicazione, rivelando la loro fisicità [Balbi, 2016] hanno l’obbligo di porre rimedio ad un inquinamento ambientale che si rivela globale, incontrollabile e inarrestabile.