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ZEILA TESORIERE

Pubblico

Abstract

Cos’è pubblico oggi per l’architettura? Edificio e spazio pubblico, per eccellenza, riflettono significati e principi delle comunità che li producono, nutrendo al contempo l’evoluzione di questi orizzonti valoriali attraverso le forme. Questo processo di interazionismo simbolico opera linguisticamente in ogni fenomeno spaziale ed è pertanto in azione tanto attraverso la sua presenza che tramite la sua incompiutezza o inadeguatezza. I modi reali con cui si produce la città contemporanea mostrano alterazioni sempre più significative nella realizzazione dell’edificio e dello spazio pubblico, che incidono profondamente sulla loro forma e capacità significante. Agli ostacoli amministrativi, si aggiungono distorsioni che sono funzione dei particolari regimi di potere iscritti nei territori, fra cui va incluso il conflitto tra Stato e forze della criminalità. Oltre ad infiltrare i modi di produzione leciti del pubblico, esse si pongono come produttrici involontarie di un gettito costante quanto sottovalutato di edifici che, acquisiti attraverso i procedimenti di confisca, diventano pubblici, con proporzioni significative in alcuni contesti molto marcati dal fenomeno. Ben al di là dei processi di rifunzionalizzazione del preesistente diffuso (incompiuto o obsoleto, da scarto a risorsa), la trasformazione dei beni confiscati in edifici pubblici è un cruciale processo di trasmutazione da delitto a diritto. Va condotto non su monadi isolate, ma su un terzo patrimonio che l’Architettura deve rendere riconoscibile e operativo, indagandolo come nuovo sistema di edifici istituzionali. Implica l’esplorazione innovativa di caratteri, funzioni e temporalità dell’edificio istituzionale, capaci di rappresentare ma anche far esperire valori di riconquista rispetto alla comunità antidemocratica che li ha prodotti, consegnando alla civitas nuove forme di emancipazione.