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PIETRO MARIA TORREGROSSA

Sopravvivenza

Abstract

È noto come, a seguito della crisi pandemica da Covid-19, l’Unione Europea abbia elaborato un ambizioso programma di investimenti denominato Next Generation EU. Un evento nefasto ha catalizzato l’urgenza di stimoli riformatori che incalzino problematiche ben più radicate – emergenza climatica, abbandono scolastico, disoccupazione, innalzamento della soglia di povertà – promuovendo nuove visioni nel campo dell’equità di genere, territoriale e generazionale. Nel momento di maggior fragilità, l’Europa prende atto della crisi sociale generata dalle egemonie economiche tradizionali che hanno portato alla concentrazione dell’eccellenze, alla frammentazione dei territori e alla specializzazione funzionale degli ambienti antropizzati (De Rossi, Mascino, 2020). Ciò nonostante, durante il periodo pandemico gli ambiti dei laghi interni (Doglio, Urbani, 1972), privati del proprio ruolo nella definizione dei contesti territoriali, hanno saputo far tesoro dei processi di coinvolgimento, condivisione e gestione delle risorse temprati nelle condizioni di crisi ben meno recenti del Covid-19. La costruzione di realtà sociali e culturali, a partire dal patrimonio territoriale, avevano già costruito modalità di sopravvivenza virtuose orientate a una transizione ecologica giusta, affine ad approcci place-based di prossimità (De Vidovich et al, 2021). La valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale potrebbe quindi sostenere eque e inter-scalari pratiche di sopravvivenza, dove vivere sopra ovvero vivere di più significhi anche preservare per resistere meglio.