OSSERVATORIO SUGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE MBR - Rapporto 2016
- Authors: Collivignarelli, C; Perteghella, A; Vaccari, M; Pirozzi, F; Viviani, G; Cosenza, A; Di Trapani, D; Mannina, G; Torregrossa, M; Di Bella, G; Campo, R; Belgiorno, V; Borea, L; Naddeo, V
- Publication year: 2016
- Type: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/239647
Abstract
I reattori biologici a membrana (MBR, dall’inglese Membrane Biological Reactor) derivano dall’accoppiamento dei tradizionali processi a biomassa sospesa con i processi di filtrazione su membrane microporose o ultraporose, a seconda delle dimensioni nominali dei pori. I maggiori vantaggi legati a questa tecnologia vanno ricercati nella possibilità di eliminare, a valle della fase biologica, quella dei vincoli gestionali ed operativi a quest’ultima connessi. La sostituzione della sedimentazione con una fase di filtrazione su membrane comporta: una notevole riduzione dell’ingombro planimetrico dell’impianto di depurazione, dovuta sia alla eliminazione delle unità di sedimentazione che alla diminuzione di quelli necessari allo svolgimento del processo biologico, in conseguenza del possibile incremento della concentrazione di solidi sospesi totali; la possibilità di gestire il processo biologico in maniera totalmente indipendente dalle fluttuazioni di carico idraulico (il tempo di residenza cellulare ed il tempo di ritenzione idraulica sono completamente svincolati tra loro); la diminuzione dei fanghi di supero, associata ai più alti tempi di detenzione delle frazioni solide sospese e alla conseguente idrolisi; l’eliminazione dei problemi di sedimentabilità del fango solitamente riscontrabili negli impianti a fanghi attivi convenzionali; il sensibile miglioramento delle caratteristiche qualitative dell’effluente, compatibili con il potenziale riuso agricolo dell’acqua depurata.