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FERDINANDO TRAPANI

La Favara e il quartiere Brancaccio. Sviluppo urbanistico e problematiche attuali

Abstract

Nell’area urbana dove è situato a Palermo il quartiere Brancaccio, noto ai più per la presenza di famose famiglie mafiose e per l’uccisione di Padre Puglisi, in passato il palazzo di Maredolce ed il suo sistema di parco lacustre era stato presidio dei reggenti durante la dominazione araba, poi dei Cavalieri Teutonici, passato di mano in mano a famiglie nobili che usarono il sito a scopo produttivo, sino al completo oblio culturale e all’abbandono con l’usucapione da parte di povere famiglie del luogo che lo usarono come alveare per una residenza di fortuna. Finora le azioni della Soprintendenza della Regione Siciliana, delle Associazioni di quartiere, delle Forze dell'Ordine e delle Scuole e delle Parrocchie hanno avuto benefici effetti lavorando per piccoli passi e talvolta 'sottotraccia'. Data la ricchezza e complessità dei diversi tagli operativi e tematici che il contesto ancora oggi offre, è stato possibile avviare in vari modi e durante un lungo arco di tempo, un processo di rigenerazione urbana che dal palazzo si è esteso progressivamente in tutto il quartiere sino a coinvolgere indirettamente tutta la seconda circoscrizione comunale che è la parte a sud di Palermo. Quello che ha già prodotto il quartiere Brancaccio grazie alla graduale mobilitazione del capitale sociale avviata da Silvana Braida per la realizzazione di un parco urbano a Maredolce e per il movimento civico animato dalla figura di Padre Puglisi per l’importanza della sua testimonianza civile, è possibile interpretare questo processo come un percorso di resilienza sociale urbana ancora all’avvio ed è anche una prova di resistenza della cittadinanza attiva di Brancaccio nei confronti del declino culturale che, nonostante alcune eccezioni notevoli, affligge la città dal secondo dopoguerra.