Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

ROSARIO SCHICCHI

PAESAGGIO VEGETALE, NATURALITAÌ€ E RETE ECOLOGICA DEL COMPRENSORIO DEL PARCO DEI MONTI SICANI (SICILIA)

  • Authors: Marino, P; Bazan, G; Schicchi, R
  • Publication year: 2010
  • Type: Proceedings
  • Key words: Conservazione della Biodiversità, Rete Natura 2000
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/50887

Abstract

I Monti Sicani costituiscono un comprensorio montuoso-collinare, a prevalente ossatura carbonatica di era mesozoica, localizzato tra le province di Palermo e Agrigento (Sicilia centro-occidentale). Esteso circa 2.800 km2 si spinge a settentrione fino a Rocca Busambra mentre a meridione fino al complesso di Rocca Ficuzza-Monte Telegrafo; ad occidente i confini sono segnati dalle colline trapanesi di Salaparuta mentre ad oriente dall’Alta Valle del Platani. In tale contesto s’inserisce il Parco dei Monti Sicani istituito con L.R. n. 6 del 14 maggio 2009 e che, in base alle determinazioni dell’ARTA, interesserebbe il territorio di 12 Comuni (Bivona, Burgio, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina). Il territorio del Parco, in corso di delimitazione, comprende 4 riserve naturali orientate: Monte Cammarata (D.A. 86/44 del 18/04/2000), Monte Carcaci (D.A. 480/44 del 25/7/1997), Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio (D.A. 481/44 del 25/7/1997), Monte Genuardo e S. Maria del Bosco (D.A. 480/44 del 25/7/1997). Intercetta, inoltre, la ZPS Monti Sicani, Rocca Busambra e Bosco della Ficuzza (ITA020048) e 13 Siti d’Importanza Comunitaria così distinti: Rocche di Castronovo, Pizzo Lupo, Gurgo di S. Andrea (ITA020011); Calanchi, Lembi boschivi e Praterie di Riena (ITA020022); Bosco di S. Adriano (ITA020025); Serra del Leone e M. Stagnataro (ITA020028); M. Rose e M. Pernice (ITA020029); M. d’Indisi, Montagna dei Cavalli, Pizzo Potorno e Pian del Leone (ITA020031); Monte Carcaci, Pizzo Colobria e Ambienti umidi (ITA020034); Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco (ITA020035); M. Triona e M. Colomba (ITA020036); Monti Barracù, Cardellìa, Pizzo Cangialosi e Gole del Torrente Corleone (ITA020037); Monte Cammarata - Contrada Salaci (ITA040005); Pizzo della Rondine, Bosco di S. Stefano Quisquina (ITA040007); La Montagnola e Acqua Fitusa (ITA040011). In passato, diversi contributi hanno rappresentato la fisionomia del paesaggio vegetale di porzioni significative del comprensorio in esame (Raimondo, 2000; Marino & al., 2005; Bazan & al., 2007; Marino & al., 2009) ma senza far riferimento all’unità comprensoriale commisurata alle effettive dimensioni del Parco recentemente istituito. Il presente contributo, pertanto, oltre ad implementare le conoscenze sul paesaggio vegetale del territorio regionale, consente di caratterizzare l’area di studio al fine di contribuire alla predisposizione di strumenti utili alla pianificazione delle aree protette regionali. 2 La carta del paesaggio vegetale, redatta in scala 1:25000, riguarda un territorio di circa 1.400 km e consta di 40 tipologie, riunite in 10 gruppi. Tra le più significative si ricordano quelle espresse dalle formazioni dell’Oleo oleaster-Quercetum virgilianae, presenti nella fascia montana fino a circa 1.000 m di quota, del Sorbo torminalis-Quercetum virgilianae, che fisionomizzano le porzioni più elevate del comprensorio fino a circa 1.400 m, i boschi di leccio dell’Aceri campestris-Quercetum ilicis, la macchia ad Olivastro ed Euforbia arborescente dell’Euphorbietum dendroidis typicum. La carta del grado di naturalità, ottenuta sulla scorta dei criteri delineati da Bazan & al. (2009), evidenzia 4 classi di sistemi e permette di definire la connettività tra i sistemi ecologici presenti nel comprensorio indagato e la Rete Natura 2000, secondo il seguente schema: Sistemi ad alta naturalità e Sistemi seminaturali ==> Sistemi ad alta connettività ecologica; Sistemi agricoli ==> Sistemi a media connettività ecologica; Sistemi artificiali ==> Sistemi a bassa connettività ecologica. Lo studio, oltre a mettere a disposizione un utile strumento di lettura del paesaggio e di inquadramento del comprensorio del Parco, permette di definire nuovi criteri per l’identificazione dei corridoi ecologici e delle connessi