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MARTINA SCOZZARI

Il palinsesto urbano dell’Albergheria

Abstract

Il quartiere dell’Albergheria si presenta oggi come esemplificazione tangibile di un iter evolutivo nella pianificazione urbanistica che si è dispiegato soprattutto nel corso degli ultimi due secoli, mettendo in piena luce l’organismo complesso e l’intrinseca ricchezza di questa parte della città di Palermo. Eventi di diversa natura e una successione di interventi progettuali hanno dato origine ad un unicum composito di elementi storici, culturali e architettonici. Tale realtà si manifesta oggi con particolare intensità all’interno del quartiere dove si intrecciano, in un flusso incessante, culture, oggetti e individui che convivono e interagiscono. Al di là dei più evidenti ma superficiali parametri economico/sociali e di colore, è possibile immergersi in una dimensione empatica, derivante dalla riscoperta delle peculiarità urbane e culturali di un siffatto luogo. La mancata valorizzazione di un ambito fisico di tale complessità equi- varrebbe a infliggere un danno irreparabile ad un intero sistema urbano e culturale, caratterizzato da stratificazioni trasversali, incontri, scambi, molteplici provenienze e radici. L’Albergheria, infatti, rappresenta una realtà che soffre di minacce costanti, è sottoposta ad ampio degrado e ad una criminalità diffusa e di basso livello, ed è oppressa da istituzioni e controlli insoddisfacenti, che riescono restituire ben poco al luogo. Ciononostante, è proprio percorrendo le strade di questo quartiere che l’osservatore può imbattersi in espressioni di una antica bellezza: palazzi, cupole, torri o campanili; così come nella vivacità delle tende, delle voci, delle merci e dei colori del mercato di Ballarò, che possono ancora oggi testimoniare l’intima natura della città di Palermo.