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LAVINIA SPALANCA

Percorsi eretici. Il Decameron di Pasolini fra adattamento e appropriazione

Abstract

Il capolavoro letterario del Boccaccio si è prestato nel tempo a diverse trasposizioni filmiche, dal cinema muto italiano ai remake internazionali, sino al filone ‘decamerotico’ dei cosiddetti b-movies, versione involuta del testo di partenza. Celebre è il rifacimento pasoliniano del 1971, alla confluenza fra adattamento e appropriazione del libro di novelle: la versione cinematografica del Decameron – primo tassello della cosiddetta Trilogia della vita comprendente anche I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte – testimonia infatti la riscoperta e trasformazione dell’opera, secondo la nuova ottica interpretativa dell’autore, restituendoci le complesse dinamiche intertestuali (rapporto fra testo letterario, sceneggiatura, testo filmico) e i processi evolutivi che intercorrono, inevitabilmente, in un lungo arco tempora-le, coincidente con l’avvento della civiltà neocapitalistica. Esemplare dello sperimentalismo dell’autore, questo viaggio eretico intorno al Decameron non comporta dunque il semplice passaggio trasformativo da un linguaggio all’altro, ma implica la necessità di rivestire il testo originario di una nuova interpretazione, in funzione dell’eresia conoscitiva pasoliniana, che dalla rilettura in chiave ideologica del libro – l’elogio della «forza rivoluzionaria del passato» come antidoto all’omologazione consumistica - trae la sua utopia di cambiamento, in nome dei valori del pensiero marxista.