La vita in scena. La scena della vita. La funzione dei luoghi nell'autobiografia di Dario Fo
- Authors: spalanca lavinia
- Publication year: 2014
- Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/366513
Abstract
Intento del contributo è quello di esplorare – anche con l’ausilio di testimonianze iconografiche (bozzetti, dipinti, fondali scenici) – l’uso dello spazio nell’autobiografia di Dario Fo, "Il paese dei mezarà t". Un’opera che rivela già dal titolo – il paese dei mezzi topi o pipistrelli – la funzione strategica dei luoghi nella costruzione del suo immaginario. A partire dalla dimora d’infanzia, sino alle numerose tappe del suo itinerario giovanile – Porto Valtravaglia, sul Lago Maggiore, fucina di «contastorie» e «frottolanti» in cui Fo apprende l’arte recitativa; la Milano di Via dei Fiori Chiari, centro della bohème artistica e teatrale, Parigi, culla delle avanguardie e luogo di libertà – gli spazi dell’autobiografia rivelano il loro valore formativo-fondativo della futura poetica dell’autore, che dal repertorio delle storie natie, imbevute delle atmosfere lacustri, ha desunto temi e stilemi del suo teatro di narrazione. Ecco allora che gli stessi luoghi, al centro del racconto autobiografico, si trasformano in ipotetici fondali, in immaginaria ribalta dove elaborare situazioni comiche o sperimentare tecniche interpretative. Ne deriva una costante combinazione di diegesi e mimesi, narrazione e teatralizzazione, quasi che l’autore abbozzi figure e situazioni sceniche, o dipinga affreschi di vita pieni di colore, nell’ottica della ricreazione inventiva del suo passato.