Pictor in fabula: la funzione dell'oggetto d'arte nella narrativa sciasciana
- Authors: spalanca lavinia
- Publication year: 2014
- Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/366499
Abstract
Il presente saggio si propone di indagare, anche con l’ausilio di diverse illustrazioni, la funzione dell’oggetto d’arte in alcuni romanzi di Leonardo Sciascia – Il Consiglio d’Egitto (1963), Todo modo (1974), Il Cavaliere e la morte (1988) – dove miniature, dipinti e incisioni stimolano l’immaginazione creativa – dando luogo a particolari strategie ecfrastiche e stilistiche – e acquisiscono specifica rilevanza nella poetica spaziale dell’autore. Sulla scorta degli studi di Erwin Panowsky, in particolare, si illustra la dimensione iconografico-iconologica della narrativa sciasciana, così come il suo personale approccio alla realtà , guidato da una vera e propria ermeneutica dello sguardo. Ne consegue l’individuazione di una fitta rete intertestuale – all’insegna della circolarità di temi e motivi figurativi - e il riconoscimento di un’attitudine pittorico-visiva che ne sostanzia la scrittura. Pensare in termini plastici finisce infatti per condizionare la stessa prassi compositiva dell’autore. Si prenda l’abitudine di aprire, nella struttura romanzesca, veri e propri tableaux vivants che permettono al lettore/osservatore di addentrarsi all’interno del quadro. O si pensi ancora all’assunzione di un punto di vista pittorico – guardare con gli occhi dell’artista – che acquista valore ‘investigativo’, facendosi strumento conoscitivo della realtà . Una realtà enigmatica che soltanto l’arte, col suo «sistema di oggetti eterni», può tentare di razionalizzare e ordinare. Il contributo è stato presentato al Convegno internazionale dell'AIPI "L'Italia e le arti", svoltosi a Salisburgo dal 4 all'8 settembre 2012.