«Piccolo fante con lo zaino (e il cuore) affardellato»: Sbarbaro e la Grande Guerra
- Authors: spalanca lavinia
- Publication year: 2007
- Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/366376
Abstract
Una vera e propria “poetica dello scarto” connota gli scritti dal fronte di Camillo Sbarbaro, soldato di trincea durante la prima guerra mondiale. Uno scarto praticato a livello esistenziale – l’attitudine ad infrangere le norme, a deviare da un percorso prefissato – e soprattutto a livello linguistico e stilistico, come attesta la trasfigurazione del conflitto operata nelle “Cartoline in franchigia” e nei “Fuochi fatui”, all’insegna dell’opposizione civiltà-natura, guerra-scrittura, storia ufficiale-storia vissuta, spesso esitante nella deformazione dei particolari in chiave grottesca ed espressionistica, o in una scrittura eufemistica legata alla precisa volontà di ridimensionare l’evento bellico.