Esperienze di maltrattamento infantile ed esiti psicopatologici in pazienti con disturbi del comportamento alimentare. Uno studio con la CECA.
- Autori: Oieni, V; Salerno, L
- Anno di pubblicazione: 2012
- Tipologia: Proceedings
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/76565
Abstract
Introduzione: I disturbi del comportamento alimentare suscitano un forte interesse nel panorama clinico e di ricerca, data la loro diffusione e la svariate sfaccettature che tali profili psicopatologici assumono. Altrettanto forte è la spinta a ricercare possibili fattori eziopatogenetici nei contesti di accudimento primari ed in letteratura è ampiamente riconosciuto il ruolo determinante svolto dai contesti relazionali e dalle esperienze infantili nella strutturazione del Sé in età adulta (Bifulco & Moran, 1998; Fonagy et al., 2002). Lo studio, a carattere esplorativo, ha un duplice obiettivo: a) rilevare se e quali forme di abuso e maltrattamento si riscontrano in soggetti con DCA, b) rintracciare un’eventuale comorbilità con i disturbi di personalità . Metodo: Il gruppo di soggetti è composto da 32 donne (età M = 27,75; ds = 8,42) con AN e BN (17 pazienti ambulatoriali e 15 residenziali). Sono stati utilizzati i seguenti strumenti: intervista CECA-Childhood Experience of Care and Abuse (Bifulco et al., 1994; Giannone, Schimmenti et al, 2011) per rilevare le esperienze di cura e di abuso relative all'età infantile ed adolescenziale; SWAP-200 (Westen et al., 2003), per valutare la personalità in un sottocampione di 13 pazienti con AN. Risultati: I risultati mostrano la netta prevalenza di Antipatia (53,12%), Inversione di ruolo (50%) e Neglect genitoriali (40,63%). Sono stati riscontrati solo pochi casi di abusi fisici, psicologici o sessuali conclamati. Nel sottogruppo per il quale è stata effettuata la valutazione con la SWAP-200 i PD del cluster C ed il fattore Q-disforico sono maggiormente rappresentati tra i soggetti che hanno ottenuto punteggi elevati alle scale della CECA. Conclusioni: Nonostante l'esiguità del campione considerato, i risultati potrebbero far supporre che i maltrattamenti rilevati nell'ambito dei vissuti familiari possano essere delle variabili stabili e discriminanti, associate ad esiti psicopatologici in soggetti con DCA.