Lo spazio del treno: uno sguardo geografico su tre racconti di Solinas Donghi
- Autori: Gaetano Sabato
- Anno di pubblicazione: 2024
- Tipologia: Capitolo o Saggio
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/669923
Abstract
Il treno e la ferrovia non hanno solo cambiato il modo di viaggiare, ma hanno anche dato origine a un immaginario complesso che ha influenzato la cultura occidentale in molti modi, a partire dalla letteratura e dalle arti visive. Per molti autori, il treno è stato (e continua a essere) un universo simbolico a cui fare riferimento per l'ambientazione delle loro narrazioni e un luogo privilegiato per l'intreccio che lega i personaggi. Dal punto di vista della Geografia culturale, le rappresentazioni letterarie del treno e della ferrovia costituiscono interessanti oggetti di studio, poiché è possibile osservare come, attraverso la narrazione, certe dinamiche dello spazio diventino significative per la realizzazione di interazioni e socialità a diversi livelli. ​Beatrice Solinas Donghi è una delle autrici italiane che ha fatto un uso frequente e particolare dei treni nella sua narrativa. Seguendo un mio precedente studio sul racconto "L’anello di Gige", che utilizzava un approccio geografico-culturale, questo articolo amplia l'orizzonte di riflessione considerando altri due racconti ambientati su un treno e in una stazione ferroviaria, apparsi nella stessa raccolta, "Vite alternative": "La coperta da viaggio" e "Stato confusionale". Attraverso l'analisi di estratti significativi dai tre racconti di Solinas Donghi, questo articolo propone una riflessione su come, nel corso delle narrazioni, il treno diventi un vero e proprio dispositivo significante, che, ridefinendo le categorie di spazio e tempo, dell'esterno e dell'interno (ad esempio, nel caso dello spazio dello scompartimento del treno), rende possibili diversi tipi di interazione e livelli di socialità , (ri)producendo (in movimento) complesse dinamiche culturali.