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FILIPPO SCHILLECI

La tutela della biodiversità come opportunità di sviluppo del territorio dei Sicani

Abstract

Il sistema siciliano delle aree protette vanta da un punto di vista meramente quantitativo una superficie tutelata complessiva di 3.100 kmq, che corrisponde a poco più del 12% del suo intero territorio maggiore della media nazionale che corrisponde all’11% del territorio. Il suddetto sistema è costituito da un parco nazionale di recente istituzione, cinque parchi regionali, 76 riserve naturali regionali, 6 aree marine protette e altre 2 aree naturali protette, costituendo un sistema significativo in termini di numero e dimensioni di aree ad alto contenuto ambientale e di indubbio valore sociale ed economico. Le politiche regionali per la salvaguardia del patrimonio naturalistico e della biodiversità però non si esauriscono solo con l’istituzione delle sopracitate aree. Ad esse si devono infatti sommare 14 Important Bird Areas (IBA), due zone umide d’importanza internazionale Ramsar, e il patrimonio naturale tutelato facente parte della Rete Natura 2000. Ai sensi della Direttiva Oiseaux 79/409 e della Direttiva Habitat 92/43, infatti, sono stati individuati 233 Siti di Importanza Comunitaria e Aree Speciali di Conservazione. Queste aree coincidono con il 50% dei parchi e delle riserve e contribuiscono alla tutela capillare del territorio siciliano che appare quindi protetto per più del 23% della sua estensione (Schilleci, Lotta, 2018). Tale ricchezza di patrimonio, all’interno del quale e con il quale il territorio dei Sicani costruisce relazioni, induce a ragionare sull’ipotesi di assumere l’identità come risorsa, come un bene economico, all’interno di un innovativo paradigma di sviluppo ecologico, attento alle specificità ed alle differenze.