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ANDREA SCIASCIA

Il gioco a nascondere e il desiderio di progettare

Abstract

Includere una Call for Project fra le attività di ProArch deriva da una riflessione maturata all’inizio del mio mandato e voluta con convinzione dal Consiglio Direttivo. Tale scelta si aggiunge alle iniziative dei più noti Forum e Meeting che da sempre caratterizzano il percorso annuale della società scientifica della progettazione architettonica. In particolar modo, la nuova proposta deriva dall’avere constatato de visu, in molte occasioni, come i curricula dei futuri docenti – in alcuni casi anche in quelli di ricercatori e professori di ruolo – siano in massima parte ricolmi di descrizioni, di approfondite analisi, di acute deduzioni ma privi di forme. Cioè mancano i disegni di rilievo e di progetto, gli schizzi, le maquette in grado di confermare, in modo palese, l’appartenenza ad uno dei settori scientifico disciplinari della composizione architettonica e urbana, dell’architettura del paesaggio e dell’architettura degli interni. La Call for Project in oggetto costituisce un’ampia riflessione che affronta una precipua parte di Napoli fortemente caratterizzata da differenti soluzioni di continuità. Da una parte le architetture della Mostra d’Oltremare, poste sul suolo come un enorme campo dei miracoli, dalla parte opposta l’eterogeneità dell’espansione recente con alcuni episodi di grande qualità architettonica come il Politecnico di Luigi Cosenza. Su questa descrizione di massima, a fare da sfondo e allo stesso tempo da figura, risultano le importanti tracce archeologiche a testimoniare una consistente stratificazione della città, anche nella sua parte contemporanea. I progetti della Call possono essere riuniti in insiemi omogenei in relazione al modo in cui hanno interpretato il tema della porosità: a scala geografica, a quella urbana o, in alcuni casi, come sommatoria di singoli episodi architettonici. A prescindere dalle ermeneutiche fornite dai progetti e dalla sintesi iper-stringata offerta, le pagine che seguono danno risalto, in termini di quantità e di qualità, ad una numerosa comunità accademica nella quale il desiderio di progettare prevale sulla voglia di nascondersi.