Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

ANDREA SCIASCIA

La pratica del cadavre exquis e l’architettura di Rem Koolhaas

Abstract

La presentazione del volume di Paola Scala è svolta sotto forma di tre eserghi e svela la tela nella quale la docente napoletana, con mano sicura, tratteggia la gura di Rem Koolhaas che rimane il protagonista assoluto del libro. Quindi è solo in parte vera l’affermazione iniziale che «questo libro non è una monografia» sull’architetto olandese come altrettanto parziale sembra essere la quarta di copertina in cui si dichiara che «questo libro si occupa del concetto di “riferimento” in architettura nel lavoro di Koolhaas, Ungers e Rossi. Soprattutto indaga quel processo per cui le affermazioni legate alla memoria vengono fissate nella rappresentazione possibile e alternativa. In altre parole, di quella che per tutti è la fase REM del sonno, tranne per gli architetti. Per loro è il “mestiere”». Le due affermazioni di Paola Scala – usate con consapevolezza nella loro parzialità – definiscono un campo d’azione, un terreno di gioco compreso tra Europa e Stati Uniti d’America (Lamerica, nel libro, citando il regista Gianni Amelio) in cui si muovono alcuni protagonisti della storia dell’architettura della seconda metà del XX e dell’inizio del XXI secolo fra i quali, si ribadisce, emerge come vincitore assoluto Koolhaas.