Alteram naturam
- Autori: Sciascia, A.
- Anno di pubblicazione: 2017
- Tipologia: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/251460
Abstract
Nell’ambito del PRIN 2009, l’Unità dell’Università degli Studi di Palermo ha studiato un’interazione non conflittuale fra città e campagna in specifiche condizioni spaziali, fra Isola delle Femmine e Partinico (Palermo). Sulla scia di una tradizione sviluppata nel XX secolo, in cui l’architettura ha fatto propria la “ingens sylva delle barbarie” (G. Vico) e ne ha introdotto i principi nella costruzione della città, si è esplorato come guidare il processo di rigenerazione dei residui agricoli all’interno del tessuto urbano. La base di partenza scientifica è stata “la città in estensione” descritta da Giuseppe Samonà nel 1976, secondo la quale il controllo della forma è il punto d’incontro di un progetto che riguarda agricoltura e costruito. Samonà rilevava l’importanza delle due dimensioni orizzontali prevalenti sulla terza, facendo eco alle considerazioni di Wright sulle prairie houses e su Broadacre city. Nella ricerca “La città in estensione” è stata anche una guida operativa per individuare le aree di studio: lacerti di “campagna agricola in prossimità dei nuclei edilizi più o meno grandi”. Si sono selezionate cinque aree di progetto e proposte a circa trenta gruppi di progettisti italiani che hanno elaborato delle ipotesi. Il confronto degli esiti ha spiegato quale azione può esercitare l’architettura sul territorio. La conclusione è sintetizzabile attraverso due metafore: del controfuoco e del kintsugi. 1. Come i contadini arginano l’incendio con il fuoco così l’architettura può preservare il paesaggio. 2. Come una porcellana rotta acquista valore se risanata con l’arte del kintsugi (attraverso oro o argento fusi), così la campagna residua frammentata dall’urbanizzazione può essere ricomposta in una nuova virtuosa continuità. Tra controfuoco e kintsugi emerge una connotazione positiva, legata all’importanza della forma che il progetto permette di conseguire, resistendo alla casuale dispersione insediativa sul territorio.