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ANDREA SCIASCIA

Il margine del parco agricolo del torrente San Vincenzo su corso Italia, Carini

  • Autori: Sciascia, A; Davì, E; Gentile, M; Macaluso, L.
  • Anno di pubblicazione: 2014
  • Tipologia: Scheda di catalogo, repertorio o corpus (Schede di catalogo)
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/127631

Abstract

Sui rilievi a ovest di Palermo, ai piedi di Monte Saraceno e Monte Ceresia, circondato dai monti Pecoraro, Montagna Longa, Tre Pizzi, Colombrina, si sviluppa, su unʼaltura a 181 metri dal livello del mare, il nucleo di Carini. Il territorio, inciso in direzione sud-nord da alcuni collegamenti, tra cui quello di corso Italia, si estende, attraversato dalla linea ferrata e dalla statale 113, sino al golfo omonimo. Lungo la fascia a ovest dellʼabitato (di circa 100 ha) tra agrumeti, frutteti, uliveti, aree semi-coltivate o abbandonate, si può individuare una zona (di circa 240 ha), attraversata dal torrente San Vincenzo. La ferrovia (a nord), corso Italia (a est), la Rocca del Castello con le mura (a sud), il cimitero (a sud ovest) e una zona archeologica (a ovest), delimitano lʼarea interclusa, quasi inaccessibile. In essa, a margine con il suddetto corso Italia, emergono nuove realtà urbane costituite da tessuto edificato rado sovrapposto a brani di campagna. Il confronto con i limiti indefiniti verso corso Italia, gli slarghi informi tra gli edifici, lʼassenza di continuità tra costruito, spazi aperti e la mancata connessione con il vicino tessuto agricolo, rendono evidente lʼesigenza dellʼintervento progettuale. Lʼidea di progetto si fonda sulla possibilità di preservare unʼarea libera in cui la campagna emerge con enormi potenzialità, e di svelarla rendendola di facile accesso. Nuove relazioni tra il tessuto edificato e agricolo dovrebbero essere proposte attraverso la composizione degli spazi aperti e una inedita continuità lungo alcuni margini consentirebbe una definizione formale della campagna.