Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

LIVIA ROMANO

“I due volti di Eva”. L’educazione al femminile nella filmografia italiana degli anni Cinquanta.

Abstract

Attraverso lo studio della filmografia italiana degli anni Cinquanta, è possibile ricostruire le identità di genere che, in un tempo così attraversato da profonde trasformazioni, si andavano ridefinendo. Infatti, in questo periodo nasceva e si sviluppava il cinema di massa, che diventava il principale terreno di azione culturale: strumento di costruzione dell’identità collettiva ed esperienza condivisa che creava legami, esso era soprattutto uno spazio educativo. In particolare, il cinema registrava il profondo mutamento in corso dell’identità femminile e del rapporto tra i generi, a volte ostacolandolo, altre volte anticipandolo o favorendolo. I due generi cinematografici più popolari di quegli anni, il melò e la commedia, registrano un inedito protagonismo femminile, ma al tempo stesso ci consegnano due volti di donna, che corrispondono a differenti modelli educativi: nel melò veniva riproposta l’immagine della donna “angelo del focolare domestico”, moglie e madre, nella commedia emergeva una donna emancipata, lavoratrice, moderna, portatrice di valori nuovi. Era il segno di una transizione che attraversava il decennio, così diviso tra tradizione (ritorno delle donne alla sfera privata) e innovazione (nuovi percorsi soggettivi di emancipazione). La filmografia di quegli anni, dunque, da una parte svolse un lavoro di contenimento delle istanze di trasformazione, dall’altra fu invece complice della diffusione di nuovi modelli educativi che corrispondevano a inedite dinamiche dell’identità di genere.