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LIVIA ROMANO

Il silenzio come pratica di cura nella relazione educativa

Abstract

In un tempo, come quello in cui agiamo e viviamo, consegnato all’effimero e alla fugacità, il silenzio si riafferma come bisogno formativo e acquista un ruolo di primo piano all’interno del dialogo educativo, come una pratica di cura attraverso cui l’uomo contemporaneo possa contrastare la banalità della chiacchiera e di un’esistenza vissuta in modo inautentico. Se il Novecento pedagogico ha riscoperto il valore educativo del silenzio, oggi tale pratica viene riproposta non solo come atto di tacere, ma anche come apertura di un nuovo orizzonte di senso dentro cui accogliere l’altro, cioè ospitarlo. Vincendo la paura del vuoto, da sempre identificato col nulla, il silenzio non viene più inteso come assenza di qualcosa, ma come lo spazio che rende possibile un’autentica comunicazione dialogica.