Picco di massa ossea ed attività fisica: confronto tra giovani adulti sedentari, attivi e atleti
- Autori: Muratore, F; Russo, G; Mazzola, A; Fiore, G; Cataldo, A; Chinnici, M; Faldetta, E; Traina, M
- Anno di pubblicazione: 2009
- Tipologia: Proceedings
- Parole Chiave: Osteoporosi, Attività fisica, Densità ossea
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/47214
Abstract
OBIETTIVO - Valutare, nel periodo di raggiungimento del picco di massa ossea, gli effetti dell’attività fisica sulla mineralizzazione ossea in età giovanile. MATERIALI E METODI - Allo studio hanno partecipato 43 soggetti maschi, sani, con età media di 25 anni, suddivisi in tre gruppi in relazione all’intensità dell’attività fisica svolta dall’età di dieci anni in poi: il primo composto da 17 soggetti sedentari, il secondo da 16 soggetti attivi e il terzo da 15 soggetti atleti. Ogni soggetto è stato sottoposto a mineralometria ossea computerizzata (DEXA). La misurazione della densità ossea (BMD, g/cm2) dei soggetti ha riguardato: corpo intero (Total Body), collo femore dx e sx e tratto rachideo L2-L4. Il parametro di riferimento è stato lo Z-Score. RISULTATI - Il confronto dei valori di Z-Score tra i gruppi sedentari ed attivi evidenzia significatività statistica per i valori di Z-Score nel Total Body e nel tratto lombare L2-L4. Lo Z-Score nel collo femore sx e dx risulta non significativo. Nel confronto tra sedentari ed atleti, così come tra attivi ed atleti, i valori di Z-Score del Total Body, del tratto L2-L4 e del collo femore sx e dx risultano tutti significativi. CONCLUSIONI - Nel confronto tra i tre gruppi si evidenzia, nei sedentari, lo Z-Score del rachide lombare col più basso valore rispetto agli altri gruppi, a nostro parere dovuto probabilmente alla scarsa attività fisica. Lo Z-Score del collo dei femori, nel confronto tra sedentari ed attivi, non mostra differenza statistica nonostante i due diversi stili di vita; probabilmente l’ortostasi e la deambulazione rappresentano già stimolo sufficiente alla mineralizzazione dei femori. Nel confronto tra sedentari ed atleti, così come tra attivi ed atleti, risulta una significatività statistica per lo Z-Score del tratto lombare L2-L4 e del collo dei femori; ciò evidenzia come l’attività fisica protratta nel tempo e con intensità adeguata stimoli una maggiore mineralizzazione ossea, soprattutto in quel range tra i 10 e i 25 anni in cui si raggiunge il picco di massa ossea. Avere un maggiore picco di massa ossea in età giovanile è alla base della prevenzione di quei possibili fenomeni, presenti in età adulta, come l’osteopenia o l’osteoporosi.