Sistemi insulari italiani: competitività nel contesto Mediterraneo
- Authors: ruggieri Giovanni; Calò Patrizia
- Publication year: 2018
- Type: Capitolo o Saggio
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/508274
Abstract
Lo sviluppo locale dipende sempre più spesso dall’industria turistica, specialmente in contesti fragili quali le isole, dove il turismo permette di superare, almeno in parte, gli ostacoli legati alle caratteristiche geo-morfologiche. La rilevanza del settore per l’economia è documentata dalla letteratura internazionale ed evidenziata da diversi studi (Hazari and Sgro, 1995; Balaguer and Cantavella-Jorda, 2002; Pigliaru and Lanza, 2000; Dritsakis, 2004; Durbarry, 2004; Eugenio-Martin, Morales, Scarpa, 2004; Maloney and Rojas, 2005; Eugenio-Martin, Martin-Morales, Sinclair, 2008; Croes & Vanegas, 2008; Sequeira and Nunes, 2008) che spiegano l’attribuzione, al turismo, di un ruolo trainante ed addirittura di impulso, propulsore, per l’economia locale. Esso, infatti, è capace di creare nuove opportunità economiche specialmente, come detto, per i contesti insulari, ed ancor più per quelli di dimensioni modeste, che richiedono un’attenzione particolare date le specificità che le contraddistinguono rispetto alla terraferma. Le isole rappresentano infatti un cluster unico, nonostante l’appartenenza ai singoli Stati e, localizzate in regioni diverse del mondo e a diverso stadio di sviluppo economico e turistico, sono destinatarie di politiche di sviluppo centrate sull’economia dei servizi e della cultura. Ciò essenzialmente per motivazioni legate alle specificità territoriali in termini di morfologia e localizzazione geografica, in primo luogo riconducibili alla condizione di isolamento rispetto alla terraferma, e dalle quali discende la particolare condizione che le caratterizza sia materialmente, con effetti sui trasporti e la logistica, e quindi sull’autonomia economica e produttiva, ma anche idealmente, ovvero in relazione al posto occupato dalle isole nell’immaginario collettivo. Esse, infatti, sono associate al desiderio di fuga, di un maggior contatto con la natura, di un rallentamento dei ritmi e di rottura degli schemi, ed attraggono un elevatissimo numero di visitatori che, però, si concentra principalmente durante i mesi estivi. Ciò determina non poche difficoltà ed implicazioni, in termini di pressione e di qualità , e necessita una gestione accurata sin dalle prime manifestazioni, sin dalla fase della scoperta della destinazione da parte dei primi turisti, così da accompagnare lo sviluppo limitando i risvolti negativi. La transizione di una destinazione, da meta di nicchia a meta di turismo di massa, appunto, può portare pesanti effetti negativi sui residenti e l’ambiente, se non opportunamente gestita. Tutti i servizi e le infrastrutture esistenti sul territorio, infatti, sono a disposizione dei turisti e dei residenti ed una gestione che non tenga conto di tale aspetto, rischia di provocare notevoli disservizi con ripercussioni negative sulla soddisfazione dei turisti e la percezione dei residenti. Gli effetti negativi sono collegati principalmente al superamento della capacità di carico ed al sovraffollamento che influenza le scelte in merito a future visite, determina il deterioramento delle risorse locali a causa dello sfruttamento intensivo ed incontrollato nonché una pressione notevole sui residenti e sul territorio. L’analisi quantitativa delle performances, attraverso l’elaborazione di opportuni indicatori, consente di verificare lo stato di salute di una destinazione turistica per supportarne una gestione adeguata. L’analisi dei contesti insulari italiani ed il confronto delle performance registrate permetterà di valutare il grado di competitività di ogni contesto e proporre un confronto con le altre isole del Mediterraneo.