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GIORGIO ROMANO

Grynfeltt-Lesshaft hernia Personal experience of nine cases and a review of the literature

  • Authors: Zanghi G.; Falzone U.; Sapienza E.; Romano G.; Dionigi G.; La Via L.; Zanghi M.
  • Publication year: 2022
  • Type: Articolo in rivista
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/592585

Abstract

L’ernia lombare di Grynfeltt, dall’ autore che per primo l’ha descritta nel 1866, fra tutte le ernie della parete addominale è la più rara, rappresenta infatti secondo i dati della letteratura più recente solo il 2% di tutte le ernie. Di queste circa il 20% è congenita, secondaria principalmente a difetti di sviluppo embrionale mentre l’80% sono difetti acquisiti. Gli interventi chirurgici, le ferite penetranti e le infezioni rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo di ernie lombari secondarie e pertanto iatrogene. In letteratura è riportata una prevalenza dell’ernia a sinistra mentre eccezionale è l’osservazione di una ernia di Grynfeltt bilaterale. La recente osservazione di una voluminosa ernia di Grynfeltt ci ha indotti a rivedere l’argomento e ad eseguire una revisione della letteratura e della nostra casistica. Sulla base della nostra esperienza personale, in accordo con la letteratura più recente, riteniamo che nel caso di ernie lombari di Grynfeltt, l’approccio laparotomico con utilizzo di materiali protesici sia il più appropriato, rendendo così la procedura rapida, facile e sicura, in controtendenza al trattamento di tutti gli altri difetti della parete per i quali preferiamo sempre un approccio laparoscopico. A conferma di ciò si percepisce che la tecnica open attualmente sia più diffusa, infatti una piccola lombotomia risulta di facile esecuzione, rapida e può essere eseguita anche in anestesia loco-regionale o epidurale.