APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE AL GOZZO RECIDIVO CON GRAVE STENOSI TRACHEALE: UN CASO CLINICO
- Authors: Atzeni,J;Lo Monte,AI;Romano,G;Maione,C; Gioviale,MC;Damiano,G;Romano,M
- Publication year: 2008
- Type: Proceedings
- Key words: gozzo recidivo, stenosi tracheale
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/45951
Abstract
INTRODUZIONE Il reintervento per patologia a carico della ghiandola tiroidea è raro, ma risulta spesso indicato nelle ricomparsa di patologia nodulare dopo interventi parziali. La ricorrenza della patologia multinodulare si aggira infatti intorno al 12% di tutti gli interventi sulla tiroide. Questi interventi di totalizzazione possono talvolta richiedere la collaborazione di equipe chirurgiche con diverse specialità in successivi steps temporali. MATERIALI E METODI Il caso clinico riguarda una donna di 72 anni sottoposta 40 anni prima ad intervento di tiroidectomia parziale che riferisce la comparsa di voluminosa tumefazione in sede sottojoidea nell’arco di 2 mesi accompagnata da crisi respiratorie anche a riposo. Effettuate radiografia del Rx torace TC collo si evidenzia una importante deviazione tracheale con stenosi del diametro di 7mm nel punto di maggiore compressione. L’estensione caudale del gozzo risulta all’arco aortico. Viene inizialmente sospettato un tumore anaplastico.L’approccio chirurgico mira alla esecuzione di biopsie tiroidee effettuate in teeam con gli otorinolaringoiatri che eseguono tracheostomia, al fine di bypassare il punto stenotico. Successivamente l’esame istologico mostrerà la presenza di un gozzo multinodulare.Pertanto viene posta l’indicazione alla tiroidectomia, eseguita da una equipe congiunta costituita dall’endocrinochirurgo e dall’otorinolaringoiatra,data la complessità dell’intervento per le aderenze conseguenti alla cannula tracheale e per la necessita di incisione più craniale rispetto alla norma. Al termine dell’intervento, persistendo la stenosi tracheale, è stato necessario il mantenimento della tracheostomia.Pertanto, si è reso necessario il posizionamento di una protesi a T di Montgomery da parte del chirurgo toracico.Dopo una settimana è stato possibile rimuovere la tracheotomia, mantenendo la protesi endotracheale, sostituita dopo 60 giorni con una protesi tubulare, che verrà rimossa tra circa 2-3 mesi. RISULTATI A tutt’oggi la paziente è tornata ad una vita regolare con normale funzione respiratoria senza l’ausilio di cannule esterne e soprattutto mantenendo una normale fonazione,senza alcun reliquato di natura chirurgica, che le ha permesso di tornare ad una qualità di vita perfettamente compatibile con la sua età CONCLUSIONI Da circa 10 anni l’approccio chirurgico standard alla patologia tiroidea è la rimozione dell’intera ghiandola anche per patologie benigne, al fine di evitare possibili reinterventi. Si preferisce tale atteggiamento radicale in quanto la terapia chirurgica conservativa effettuata nel passato ha reso necessari numerosi reinterventi su tiroidi già operate. Il nostro caso clinico è un esempio di complessità di patologia tiroidea recidiva che ha reso necessario un approccio multidisciplinare per la risoluzione delle complicanze derivanti da un reintervento.