Città e competenze per l’integrazione: cosa può fare l’urbanistica? Esperienze e riflessioni tra spazi pubblici e interesse collettivo
- Autori: Ronsivalle
- Anno di pubblicazione: 2019
- Tipologia: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/361759
Abstract
La realtà dell’immigrazione e dell’integrazione di comunità estere è una condizione che incide fortemente sulla forma e sul senso dello spazio pubblico. In particolare, in contesti nuovi al fenomeno, può essere occasione di revisione dei protocolli e dei modelli di sviluppo di nuove relazioni spaziali, fondate sulla presenza di comunità non più omogenee. Il tema della rigenerazione urbana in presenza di comunità migranti è stato applicato in svariati modi e da diversi punti di vista puntando spesso sulla creazione di spazi urbani capaci di migliorare la vivibilità, solo raramente con la creazione di processi di integrazione o di costruzione di nuove identità urbane. Tuttavia, un punto di vista resiliente, in termini ecologici e sociali, può consentire di rivedere da una prospettiva nuova il modo in cui la molteplice presenza di comunità non più “originarie” ha cambiato in modo radicale il senso dello spazio urbano. Questo contributo racconta alcune esperienze sperimentali sul modo in cui la città e la comunità in fieri possono sviluppare un sistema coordinato di azioni capaci di agire sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione, lavorando nell’ottica della resilienza urbana e agendo sulle politiche sociali e sulla rilevanza spaziale dei programmi di integrazione. Attraverso il cooperative learning, in un processo di ricerca applicata con soggetti esperti nell’abito del sociale di quattro città siciliane (Ragusa, Catania, Caltanissetta e Palermo) le politiche di integrazione che verranno sperimentate saranno valutate non in termini di melting pot, ma in termini di individuazione di spazi identitari capaci di costruire senso delle comunità.