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PAOLA QUATRINI

Interazione fra funghi micorrizici e piante pioniere in ambienti aridi e degradati: il caso di Lampedusa

  • Autori: Serena Sofia; Valentina Catania; Rafael da Silveira Bueno; Tommaso La Mantia; Paola Quatrini
  • Anno di pubblicazione: 2019
  • Tipologia: Abstract in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/387928

Abstract

I microrganismi del suolo sono una componente dominante in diversi ecosistemi sia in termini di diversità che di funzioni. Le simbiosi microbiche radicali in particolare sono state studiate più in dettaglio negli ambienti forestali, dove si è accertato il loro ruolo nell’aumentare la capacità degli alberi di accedere ai nutrienti, sequestrare C dall’atmosfera e resistere agli effetti del cambiamento climatico. Ancora poche informazioni esistono riguardo a queste interazioni in ambienti più aridi e degradati e per le specie pioniere che innescano i processi di successione secondaria. Nell’ambito di un Progetto LIFE finalizzato a mettere a punto tecniche di adattamento al cambiamento climatico (Desert Adapt, http://www.desert-adapt.it/index.php/it/) abbiamo analizzato lo status simbiotico relativo alle micorrize arbuscolari di sette specie, tra arbustive ed erbacee, provenienti da due aree a diverso livello di copertura del suolo a Lampedusa, considerata l’avamposto degli effetti del cambiamento climatico in Europa. Le piante analizzate (due delle quali endemiche) sono specie pioniere e della gariga che preparano le condizioni per l’insediamento di specie più esigenti della macchia e garantiscono la copertura e quindi la protezione del suolo. Mediante osservazione al microscopio, previa colorazione, si è accertato che tutte le specie, sia le quattro arbustive, Periploca angustifolia, Coridothymus capitatus, Thymelea hirsuta e Chiliadenus lopadusanus che le tre erbacee Anthemis secundiramea, Diplotaxis scaposa e Convolvolus lineatus sono risultate simbiotiche e per la maggior parte di esse si tratta della prima segnalazione di simbiosi micorrizico-arbuscolare. Si è osservata una elevata frequenza di colonizzazione delle radici (da 81 a 100%) ma in generale una ridotta presenza di arbuscoli (da 0,9 a 22%), suggerendo diverse ipotesi tra cui un stato di latenza o una bassa attività di scambio. La densità delle spore nel suolo rizosferico delle stesse piante, misurata mediante tecnica del wet sieving e decanting, è risultata variabile tra 7 e 43 spore 100g suolo -1. La diversità delle micorrize arbuscolari appare bassa, con la ricorrenza di 4-5 morfotipi, probabilmente ciò è un risultato dell’elevato grado di degradazione del suolo e delle condizioni di aridità. I risultati incoraggiano lo studio più approfondito dei simbionti di specie pioniere, sia nella prospettiva di conservazione dell’habitat sia per interventi mirati alla rinaturalizzazione e preparazione per l’insediamento delle specie arbustive e arboree caratteristiche degli stadi più maturi.