La Betulla dell’Etna: uno studio multidisciplinare sui fattori di deperimento della specie
- Autori: Sala G.; Badalamenti E.; Bondì C.; Catania V.; La Mantia T.; Sofia S.; Quatrini P.
- Anno di pubblicazione: 2018
- Tipologia: Poster pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/331077
Abstract
La betulla dell’Etna (Betula aetnensis Rafin), è una delle specie arboree che durante le ultime glaciazioni si è spinta verso sud e dove oggi costituisce popolazioni pressoché relitte localizzate esclusivamente in Sicilia sulla sommità dell’Etna. I betulleti sono presenti sui versanti orientali ed occidentali dell’Etna, ad un’altitudine compresa tra 1.400 e 2.000 m s.l.m. Si tratta di popolamenti pionieri che colonizzano substrati vulcanici inalterati e/o poco evoluti dove costituiscono a volte dei piccoli boschi puri o misti a pino laricio. Questi boschi in passato erano sottoposti a ceduazioni, che dal 1987 non sono state più eseguite a seguito della istituzione del Parco Regionale dell’Etna. Negli ultimi anni è stato osservato un progressivo declino della specie reso evidente dalla limitata presenza di rinnovazione naturale e dall’incremento di processi di deperimento a carico delle piante adulte. Molti popolamenti risultano infatti attaccati da patogeni fungini (ad esempio del genere Heterobasidion e Armillaria) che ne stanno causando la sparizione. In ragione del notevole interesse scientifico e biogeografico di Betula aetnensis, e considerando le crescenti minacce che la caratterizzano, è stata avviata una indagine multidisciplinare per studiare diversi aspetti. dell’ecologia della specie, ivi compreso l’entità ed il ruolo delle simbiosi micorriziche e tenendo in considerazione anche i rischi per la conservazione della Betulla, tra i quali i cambiamenti climatici. È noto, infatti, che i funghi micorrizici possono avere molteplici effetti positivi sulla crescita di specie minacciate, sulla produttività , e sul loro stato di salute. Tuttavia lo stato delle simbiosi micorriziche della Betulla dell’Etna, e della maggior parte delle specie minacciate, non è stato ad oggi valutato. Obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare il grado di deperimento dei betulleti, le interazioni della betulla con i funghi simbionti (endomicorrize ed ectomicorrize), e verificare se realmente i cambiamenti climatici incidano sulla crescita e la sopravvivenza della pianta. Le aree di saggio in cui sono presenti popolamenti puri di betulla o mista al pino laricio e in buone condizioni sono state confrontate con aree con evidenti effetti del declino. Il rilievo della rinnovazione in ciascuna area di studio ha evidenziato la totale mancanza di rinnovazione nei substrati più alterati confermando il ruolo pioniero della specie, Il campionamento dendrocronologico ha fornito informazioni sull’età delle piante, sulla dinamica degli accrescimenti e la sensibilità delle betulle ai fattori climatici quali le piogge e le temperature.