Considerazioni sull'applicabilità dell'oblazione ai reati tributari
- Autori: Parlato, M
- Anno di pubblicazione: 1990
- Tipologia: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
- Parole Chiave: reati tributari; oblazione; giudizio penale tributario
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/67986
Abstract
Il lavoro affronta il tema dell’applicabilità dell’oblazione discrezionale nel giudizio penal-tributario, disciplinata dall’art. 162 bis c.p. Viene approfondita l’analisi dell’interesse tutelato dal legislatore penal-tributario, in considerazione del fatto che, sotto la vigenza della l. n. 516/1982, le fattispecie dei reati contravvenzionali prescindono dall’avvenuta realizzazione dell’evasione, e si configurano come reati di pericolo. Il giudice penale chiamato a pronunciarsi sull’istanza di oblazione opera in un contesto in cui non vige la pregiudiziale tributaria (abrogata con l’art. 13, l. n. 516/1982) e le fattispecie incriminatrici non sono legate né al quantum evaso, né all’effettività dell’evasione, poiché il meccanismo sanzionatorio è mirato a reprimere la violazione di obblighi meramente formali, in cui possono identificarsi condotte “preparatorie”: le fattispecie suscettibili di oblazione sono contravvenzionali, punite con la pena alternativa dell’arresto o dell’ammenda, mentre rimangono escluse dall’applicabilità dell’istituto dell’oblazione le fattispecie delittuose punite con pena congiunta. Si rileva l’essenziale prevalenza della funzione deterrente, intimidatrice e repressiva cui assolve la sanzione connessa a reati di lieve entità, per cui la funzione dell’oblazione può essere individuata nel costituire un “correttivo” di una eccessiva criminalizzazione.